“Ci conosciamo da anni, quindi ero fiducioso che mi avrebbe concesso un incontro”, ha affermato il card. Sturla al quotidiano uruguayano El Observador, direttamente dalla residenza di Santa Marta – nella quale vive Papa Francesco – in Vaticano, dove sta partecipando al Sinodo dei Vescovi sui giovani. Il Papa di solito riceve gli ospiti nel Palazzo Apostolico, ma con il card. Sturla ha fatto un’eccezione e si è incontrato nel suo ufficio personale. “È stato un appuntamento informale” ha spiegato il porporato.
“Volevo chiedergli di aiutarci con la beatificazione di Jacinto Vera”. Il primo vescovo cattolico di Montevideo è stato dichiarato Servo di Dio e poi venerabile nel 2015. Ora la Conferenza Episcopale dell’Uruguay vuole che il fondatore del clero nazionale venga dichiarato beato e poi santo. “Perché ciò accada, è necessario dimostrare che qualcuno abbia pregato chiedendo la sua intercessione e che abbia ricevuto un miracolo”.
Il Papa ha promesso di seguire da vicino la questione e ha chiesto al card. Sturla di ringraziare i laici uruguaiani per la lettera che gli hanno inviato, che esprime solidarietà e sostegno nei “momenti difficili” che la Chiesa sta attraversando dopo le accuse di abusi sessuali.
Nel corso del colloquio, il card. Sturla gli ha anche consegnato il libro “La Iglesia Católica desde la matriz” (La Chiesa Cattolica a partire dalla matrice) che racconta i 400 anni della presenza della Chiesa in Uruguay.
Ma il regalo che ha fatto davvero sorridere il Papa è stato il pacco di 12 alfajores ripieni di dulce de leche. Anche se al Sommo Pontefice piacciono gli alfajores, ciò di cui è davvero appassionato è la bevanda del mate (realizzata con un infuso di foglie di yerba mate). E su questo il cardinale salesiano ha raccontato un altro aneddoto: “Due giorni fa, durante una pausa dei lavori del Sinodo, ero con alcuni vescovi argentini e prendevamo un po’ di mate”. Papa Francesco allora si è avvicinato e ne ha chiesto un po’. “‘Ma questa è yerba uruguaiana!” ha esclamato il Papa, che se n’era accorto perché, a differenza di quella argentina, era molto macinata. Così il cardinale Sturla lo ha bonariamente preso in giro: “Francesco… Se un argentino vuole prendere un buon mate, deve prenderlo con la yerba uruguayana!”
Neanche il cardinale salesiano è uscito dall’incontro a mani vuote: il Papa, oltre a impegnarsi a seguire la beatificazione di Jacinto Vera, gli ha donato dei rosari benedetti e un libro con le sue omelie a Buenos Aires.
Fonte: El Observador