La chiesa Santa Sofia a Roma fu voluta dall’arcivescovo maggiore cardinale Josyp Slipyi, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina – duramente perseguitata dal regime sovietico – quando nel 1963 poté finalmente uscire dai gulag sovietici, dopo 18 anni di prigionia. Venne solennemente consacrata il 27-28 settembre 1969 dallo stesso Slipyi, alla presenza del Papa Paolo VI. San Giovanni Paolo II insignì questa chiesa con titolo cardinalizio nel 1985 e nel 1998 la eresse a Basilica Minore. Questa Basilica è da sempre considerata casa e punto di riferimento per tutti gli ucraini dispersi nel mondo sotto il regime sovietico e in diaspora. L’incontro di Papa Francesco con i migranti e i pellegrini ucraini sarà un segno della sua sollecitudine pastorale verso la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e della sua vicinanza con il popolo ucraino.
Papa Francesco conosce bene la storia di questo popolo. E la conosce proprio grazie ad un Salesiano, don Stepan Czmil che giunse a Buenos Aires come missionario per i fedeli ucraini nel 1949 e fu educatore nell’Istituto Salesiano di Ramos Mejia, dove in quel tempo studiava il giovane Jorge Mario Bergoglio. Mons. Stepan Czmil fu il primo Salesiano greco-cattolico ucraino, battistrada e iniziatore di tutto il ramo dei Salesiani ucraini di rito greco-cattolico. Il 2 aprile 1977 fu consacrato vescovo, nel più assoluto segreto, dal cardinale Slipyi, per evitare che le spie sovietiche ne venissero a conoscenza. Insieme con Mons. Stepan Czmil furono ordinati i vescovi Liubomyr Husar, che diventerà arcivescovo maggiore e Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e Cardinale, deceduto il 31 maggio del 2017 a 84 anni; e mons. Ivan Choma, che diventerà Procuratore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina presso la Santa Sede, deceduto il 3 febbraio 2006 a 82 anni. Le ordinazioni episcopali di questi vescovi “in segreto” furono riconosciute ufficialmente dal Papa Giovanni Paolo II nel 1996.
Mons. Czmil morì a Roma il 22 gennaio 1978 all’età di 63 anni e a 9 mesi dall’ordinazione episcopale segreta. Diede prova di una vita consacrata salesiana pienamente vissuta nella quotidiana fedeltà, nella dedizione instancabile e piena agli altri; si dedicò alla fondazione del ramo orientale bizantino dei Salesiani; si distinse nel lavoro apostolico come missionario in Argentina tra i fedeli ucraini e nel lavoro educativo pastorale tra i giovani ucraini a Roma nel Pontificio Seminario Minore Ucraino. Un figlio fedele di Don Bosco che in tutto ha cercato di amare e di servire la Congregazione e la Chiesa e il suo popolo martoriato dal regime comunista sovietico.
Nella sua bontà che impressionava e attirava tutti, viveva quotidianamente in pienezza con zelo e spirito di sacrificio ciò che credeva e professava. Di lui si sta studiando anche l’eventuale avvio del processo di beatificazione.
Mons. Stepan Czmil è sepolto nella cripta della Basilica di Santa Sofia dove il 28 gennaio prossimo avrà luogo la visita di Papa Francesco.