Indonesia – Una presenza incoraggiante: i Figli di Don Bosco e il loro apostolato nel maggior Paese islamico al mondo
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04 Settembre 2024

(ANS – Giacarta) – Come prima tappa del suo 45° Viaggio Apostolico, il più lungo del suo pontificato, Papa Francesco ha scelto l’Indonesia: un Paese che vede anche una più che trentennale presenza salesiana, dove i Figli di Don Bosco sono attivi con varie opere e numerosi apostolati al servizio dei giovani – e, come voleva Don Bosco, in particolare di quelli più poveri e bisognosi.

L'Indonesia è un Paese del sud-est asiatico situato tra gli oceani Indiano e Pacifico. È il più grande stato arcipelago del mondo, composto da oltre 17.000 isole, molte delle quali ancora disabitate, mentre le isole maggiori – Giava, Kalimantan (Borneo), Irian Jaya (Papua), Sumatra e Sulawesi (Celebes) – ospitano la maggior parte della popolazione.

I primi europei, commercianti portoghesi, arrivarono nell'arcipelago nel 1512, alla ricerca di fonti di noce moscata, chiodi di garofano e pepe nelle isole Molucche. Nel 1602, i commercianti olandesi si stabilirono nelle isole fino all'indipendenza dell'Indonesia nel 1945.

L'Indonesia è un Paese etnicamente diverso, con circa 1.300 gruppi etnici nativi distinti. Il governo riconosce ufficialmente solo sei confessioni religiose: Islam, Protestantesimo, Cattolicesimo, Induismo, Buddismo e Confucianesimo. Su un totale di circa 275 milioni di abitanti, l’86,7% della popolazione è di fede musulmana (cosa che lo rende il Paese con il maggior numero di islamici al mondo) e il 10,7% sono cristiani (7,6% protestanti, 3,12% cattolici). In termini assoluti, i cattolici sono circa 8,3 milioni, sparsi in 39 diocesi.

I salesiani sono arrivati a Giacarta, la capitale dell'Indonesia, nel 1985. Vivevano in una piccola casa in affitto che si trovava proprio di fronte a una moschea. Don José Carbonell Llopes è stato il primo Direttore di quella casa. All’epoca la presenza salesiana in Indonesia non era finalizzata a un’opera specifica, ma costituiva principalmente una base per l'entrata dei missionari salesiani a Timor Est, che era ancora sotto il controllo del governo indonesiano.

Quando però i Figli di Don Bosco vi si stabilirono, cominciarono ad arrivare loro molte richieste di intervento. Il vicino Istituto Tecnico “Strada” gestito dai Gesuiti chiese ai Salesiani di celebrare una volta al mese la Messa e di amministrare il sacramento della confessione agli studenti cattolici. Fu così che in quel periodo le vocazioni salesiane nel Paese cominciarono a crescere.

Per quasi 15 anni l’attenzione delle opere salesiane e del loro sviluppo rimase concentrata su Timor Est. Solo nel 1999, quando l'esercito indonesiano lasciò Timor Est, i Salesiani cominciarono a sviluppare un’opera pastorale salesiana in Indonesia e anzi, dopo che per anni era stata una Delegazione Ispettoriale nella Visitatoria di Indonesia-Timor Est (ITM), nel 2018 è stata istituita come Visitatoria salesiana autonoma dell’Indonesia (INA), dedicata a San Luigi Versiglia.

Oggi la Visitatoria INA è composta da una otto case salesiane, sparse su tre sole isole: Blitar, Purwodadi, Surabaya, Tigaraksa e i due centri nella capitale di Giacarta-Sunter e Giacarta Wisma, tutte sull’isola di Java; poi la casa di Sumba, sull’omonima isola; infine, Labuan Bajo, sull'isola di Flores, a prevalente popolazione cattolica, aperta nel 2022 su impulso del X Successore di Don Bosco, oggi Cardinale Ángel Fernández Artime.

A livello di personale, INA oggi è animata da 59 salesiani e ha inviato diversi suoi figli come missionari in diversi Paesi, quali Ecuador, Brasile, Mongolia, Paesi Bassi, Paraguay e Papua Nuova Guinea.

Uno dei tratti distintivi della missione salesiana in Indonesia è la Formazione Professionale. I centri salesiani offrono corsi di inglese, informatica, percorsi riguardanti la manutenzione di autoveicoli, la meccanica, la carpenteria, la saldatura, la gestione di impianti elettrici e altri corsi tecnici finalizzati ad aiutare i giovani a trovare un accesso dignitoso nel mondo del lavoro. E questi centri hanno anche sviluppato buone collaborazioni con le industrie e le aziende locali.

I salesiani sono conosciuti per la loro opera al servizio dei giovani e per il Sistema Preventivo che propongono nelle scuole, nei Centri di Formazione Professionale, nei convitti e in tutte le loro attività. “Ovunque andiamo, incontriamo molti giovani, abbandonati e poveri” raccontava al Bollettino Salesiano il salesiano don Andre Delimarta all’epoca del suo servizio in partria (oggi è missionario in Malesia, NdR). “Questi giovani hanno molto bisogno di assistenza non solo educativa e spirituale, ma anche economica. Molti di loro provengono da famiglie povere, di agricoltori la cui sussistenza dipende dalle condizioni aleatorie della natura. Ad esempio, gli studenti di Sumba pagano la frequenza ai corsi scolastici con semi o animali: capre, maiali o polli”.

La presenza dei salesiani in Indonesia, sorta in un ambiente multireligioso e di minoranza cristiana, è già essa stessa piena manifestazione dei fine della loro presenza: il bene dei giovani, qualunque religione professino.  

Il futuro dei Figli di Don Bosco in Indonesia appare oggi luminoso: i salesiani sono apprezzati dalla gente e dalla Chiesa locale, la loro opera è spesso richiesta non solo per la formazione tecnica, ma anche per la pastorale giovanile nelle parrocchie, per predicare ritiri per i giovani, organizzare attività e seminari, per non parlare dei tanti Vescovi che aspettano che i Figli di don Bosco vadano ad aiutare i giovani delle loro Diocesi a prepararsi al futuro.

Né vanno dimenticati, tra i fattori incoraggianti, la bassa età media dei salesiani indonesiani, e la presenza della Famiglia Salesiana, che sta lentamente crescendo e che vede comunque già attivi Salesiani Cooperatori, Figlie di Maria Ausiliatrice e centinaia di Exallievi provenienti da diversi Centri di Formazione Professionale e alcuni membri dell’Associazione di Maria Ausiliatrice.

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