Com’è stato il tuo cammino di fede?
Ho ricevuto la fede dai miei genitori, che sono entrambi cattolici e sempre dediti alle funzioni religiose. Sin da piccolo mi hanno avvicinato ai sacramenti e ogni domenica andavo in chiesa con loro. Così è nata la fede che ho oggi.
Com’è stato il tuo percorso vocazionale salesiano e missionario?
Quando ero alla scuola secondaria ho iniziato lentamente ad ammirare i sacerdoti della mia parrocchia e mi sono sentito attratto dalla vita sacerdotale, che grazie a loro iniziavo a conoscere. Poi, finita la scuola, ho conosciuto don Antonio Barrientos, un missionario salesiano che lavorava in Zambia, che mi ha introdotto alla vita salesiana e mi ha mandato a Chingola per incontrare don Eustace Siame, SDB, che è stato per me una grande fonte di ispirazione e così sono entrato nella Congregazione. Dopo essere stato inviato per la prima tappa a Kazembe, nella regione di Luapula, in Zambia, sono stato ispirato da un altro missionario salesiano, don Slawek, che ha dedicato la sua vita a salvare i giovani di Kazembe. In questo modo è stato piantato in me il seme missionario, fino a quando poi ho finito gli studi filosofici e ho fatto domanda per diventare missionario ad gentes.
Cosa ti rende felice come missionario in Siria?
Ciò che fa gioire il mio cuore ad Aleppo, in Siria, sono i giovani, che sono delle stelle, e la fiducia che hanno nei Salesiani; il vedere la loro gioia e la loro felicità nonostante le sfide che hanno affrontato in passato. Mi sfidano ad essere un salesiano bravo e un salesiano felice.
Parlaci dell’Ispettoria del Medio Oriente (MOR).
L’Ispettoria MOR è un’Ispettoria davvero bella, ma un po’ complicata: trasferire i salesiani da un posto all’altro spesso è difficile, a causa di problemi politici; e l’altra sfida è che abbiamo pochi salesiani e nessuna vocazione al momento. La lingua è un’altra sfida, perché molti salesiani sono missionari, e non parlano perfettamente la lingua. Tuttavia, c’è forte il desiderio di portare avanti la missione di Don Bosco.
Hai un messaggio per i giovani salesiani?
Vorrei dire ai miei colleghi, giovani salesiani che vogliono candidarsi alla vita missionaria, che devono pregare e discernere bene la loro vocazione. Devono sapere che la vita missionaria è un sacrificio, e devono essere pronti a sacrificare il loro tempo e la loro vita per persone diverse da loro. Devono essere umili e pronti ad imparare.
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