“Scholas Occurrentes”, organizzazione della società civile, è nata a Buenos Aires nel 2001, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo della città. L’idea visionaria dell’allora arcivescovo era quella di trasformare il mondo in un’aula senza mura, ove tutti i bambini si sentissero integrati e in pace; “Scholas Occurentes” nacque proprio con lo scopo di educare i bambini all’impegno per il bene comune.
Oggi, sostenuta da Papa Francesco, “Scholas Occurrentes” ricerca l’impegno di tutti gli attori sociali per coltivare la cultura dell’incontro per la pace, e lavora con scuole di tutte le confessioni religiose e laiche per ristabilire un patto educativo.
Uno dei dipartimenti di questa istituzione, nato già alcuni anni fa, è “Scholas Catedras”, rivolto in particolare alle università. In tale contesto gli istituti universitari sono stati invitati a promuovere diversi progetti tra le popolazioni vulnerabili.
Così è stato presentato il “Progetto Arcoiris”, una proposta di natura formativa rivolta a educatori e insegnanti affinché lavorino insieme ai bambini di 8-9 anni di età sui processi di autoregolamentazione della comprensione, preparandoli ad affrontare attività e compiti per migliorare la qualità di apprendimento. Lo strumento guida del progetto è rappresentato dal sussidio “Travesuras del Amarillo” (Gli scherzi del Giallo).
Il prof. Rosario, giunto a La Paz per invitare l’Università Salesiana a far parte di questo sogno sostenuto da Papa Francesco, cerca di dare motivi di speranza ai bambini e ai giovani del mondo, esortandoli ad integrarsi in una cultura di pace a partire dal coinvolgimento nelle dinamiche dell’apprendimento.
Nella conferenza, organizzata per gli insegnanti e i responsabili dell’Università Salesiana, il prof. Rosario ha affermato come la sfida di un’università sia quella di formare i giovani ad essere “migliori per gli altri”, e non solo “essere migliori” per competere con gli altri.
L’Università Salesiana spera che questo sogno, dipinto con i colori dell’arcobaleno, diventi realtà in Bolivia, nel prossimo futuro, e che i bambini e i giovani boliviani possano far parte di questo impegno mondiale per la pace.