Questa struttura sanitaria è stata resa possibile dalla famiglia Confortini, originaria di Verona, che ha finanziato tutti i lavori di costruzione dell’edificio in omaggio della memoria di Gabriele Confortini, un ragazzo morto dopo una lunga malattia a soli 13 anni.
La zia del piccolo Gabriele, Anna Maria Coelli, poco prima di morire, infatti decise di vendere i suoi appartamenti per finanziare la costruzione di un centro sanitario in memoria del nipote Gabriele, a cui era affettivamente molto legata, con l’obiettivo di salvare la vita dei bambini poveri e di commemorare così il nipote prematuramente scomparso. Alla cerimonia d’inaugurazione del centro hanno pertanto preso parte presenti Monica e Linda Confortini, rispettivamente madre e sorella di Gabriele, e Dario, marito di Anna Maria Coelli.
Il Centro Sanitario Gabriele Confortini, gestito dalla Direzione Generale del Policlinico “Afia Don Bosco”, è la manifestazione concreta di un approccio altruistico alla salute, volto a migliorare l’accesso alle cure sanitarie per le persone che vivono nei quartieri popolari di Lubumbashi.
Questa nuova struttura medica offrirà servizi essenziali e promuoverà la salute della comunità, soprattutto dei bambini e delle donne, secondo i desideri della benefattrice.
In occasione dell’inaugurazione è stata sottolineata l’importanza di tali iniziative filantropiche per la creazione di società resilienti e orientate al futuro. E i discorsi ufficiali hanno sottolineato l’eredità lasciata da Gabriele Confortini attraverso questo gesto, ricordando a tutti che anche la perdita di una persona cara può generare atteggiamenti altruistici che lasciano un impatto positivo e duraturo nella vita degli altri.
Da parte sua don Guillermo Basanēs, Superiore dell’Ispettoria salesiana “Maria Santissima Assunta” dell’Africa Centrale (AFC), ha espresso il suo sincero ringraziamento alla famiglia Confortini e ha esortato il personale infermieristico a dare il massimo nel proprio lavoro, prendersi cura dei pazienti con grande amore.
Il Direttore Sanitario di Zona, in rappresentanza delle autorità civili locali, ha dichiarato: “Sono stato chiamato a questa inaugurazione in qualità di Direttore Sanitario per verificare che questo centro risponda agli standard richiesti; ancor prima che apra le sue porte, non ho dubbi sulla sua credibilità, sapendo che sono i Salesiani di Don Bosco ad esserne responsabili”.
L’edificio è stato realizzato dalla società indiana “A One Builders”, cui don Guislain Kaya, Amministratore del Policlinico Afia Don Bosco, ha reso pubblicamente omaggio per aver completato i lavori nei tempi previsti.
“Quest’opera rappresenta molto più di un’infrastruttura medica. È un simbolo tangibile di amore, solidarietà internazionale e speranza; un segno impresso nel cuore di chi ha conosciuto Gabriele e di chi beneficerà delle cure offerte da questo centro. Ed è un luogo di incontro tra i malati e Cristo”, ha affermato, in conclusione, don Mathias Amani, Delegato di Comunicazione Sociale di AFC.