di Francesca Bonotto
L’idea è nata dall’esigenza di offrire un luogo accogliente per i bambini e i ragazzi dei dipendenti, oltre la chiusura del tradizionale periodo scolastico. Inoltre, nell’iniziativa risiede la volontà di riunire il personale secondo lo spirito salesiano ed educativo di Don Bosco: conoscersi condividendo emozioni e attività, in tranquillità e in un ambiente sicuro e protetto; e, non ultimo, dando un grande aiuto al personale che lavora negli istituti.
I bambini e i ragazzi si trovano in questi giorni a fare esperienze di laboratorio di cucina, uscite nei boschi e molto altro. Il tutto, sotto il vigile sguardo e con l’aiuto del personale attento e preparato, tra questi anche alcuni studenti IUSVE, nei corsi di laurea dedicati.
La Redazione dell’Ispettoria INE è andata ad intervistare una delle responsabili del progetto, la Coordinatrice Pedagogica, dott.ssa Laura Elia, per avere maggiori informazioni e dettagli sull’iniziativa in corso.
Qual è il suo ruolo in questa iniziativa?
Insegno al secondo anno di pedagogia con un laboratorio di Didattica e Lettura Fiabe per l’infanzia. Chi mi conosce, però sa che ho coordinato molte esperienze affini a questa negli ultimi dieci anni.
Com’è nata l’idea del Grest per i figli dei dipendenti degli Istituti Salesiani?
Don Nicola Giacopini, Direttore dell’Università IUSVE di Venezia, confrontandosi con alcuni dipendenti e con le loro esigenze, ha pensato che l’iniziativa fosse un modo bello per rispondere alle esigenze pratiche di gestione famigliare dei dipendenti di IUSVE, ISSM e Ispettoria ma anche, e forse soprattutto, un modo per convergere su temi educativi, allacciando nuove relazioni che non fossero solo lavorative tra colleghi.
Com’è stata accolta l’iniziativa, dai dipendenti e dagli organizzatori?
È stata accolta molto bene da tutte le parti e già il fatto che le adesioni quest’anno siano quasi duplicate rispetto alla prima edizione, con apertura anche a bambini non figli di dipendenti, racconta che la semina è sicuramente buona.
Quante adesioni avete raccolto e per quali fasce d’età?
I bambini che andiamo a coinvolgere vanno dai 6 ai 13 anni. I ragazzini di tredici anni, insieme ad una anche di 15, che hanno frequentato anche l’anno scorso, sono diventati nostri aiuti animatori e il loro contributo, quest’anno, è davvero speciale. Già l’anno scorso, per propria inclinazione, si dimostravano attenti e sensibili nei confronti dei piccoli; quest’anno, investiti pure del ruolo, sono di vero e concreto supporto. I bambini coinvolti quest’anno, in tutto, sono 48, con presenze differenziate di settimana in settimana.
C’è un tema guida per il Grest?
Più che un tema, c’è una scelta pedagogica di fondo: ho impostato il tutto sulla pedagogia della Montessori e, quindi, sulla sfida che tutto parta dal bambino. Prima di partire, quindi, abbiamo inviato a tutti i bambini un questionario per farci raccontare le loro passioni, competenze e desideri. Sulla base delle risposte abbiamo coinvolto degli artisti, abbiamo acquistato i materiali e abbiamo organizzato dei laboratori pomeridiani condotti dagli stessi bambini, sulla base delle loro competenze. Ogni bambino ha ricevuto una specifica lettera d’incarico con data e orario e tema del laboratorio che avrebbe dovuto tenere e la cosa sta funzionando benissimo. L’idea di fondo è che vada valorizzato il talento di ciascuno e che, proprio a partire da ciò che si sa fare e che si ama fare, vi sia la costruzione – importantissima – della stima del sé.
Quali attività vengono realizzate per i bambini e i ragazzi?
Rispondendo alle stesse richieste dei piccoli, abbiamo organizzato dei laboratori di pasticceria, fumetto, origami, pittura creativa, danza, mandala e pasta di sale, libri sensoriali, libertà espressivo-pittorica a partire da Picasso e Pollock. Vi è molto tempo, poi, per giochi liberi all’aperto e per i laboratori pomeridiani condotti dagli stessi bambini sulla base delle loro competenze.
Ci può descrivere una “giornata tipo” al Grest?
Dopo un’oretta di gioco libero, che ci permette di accogliere l’arrivo di tutti, ogni mattina fino all’ora di pranzo ci dedichiamo a un laboratorio, incontrando artisti diversi. Dopo un breve momento di preghiera, riflessione e ringraziamento, ci si reca in mensa per il pranzo. Nel pomeriggio, in contemporanea, si gioca liberamente e si partecipa ai laboratori che i bimbi stessi propongono ai compagni. Poi si riordina e ci si saluta.
Che riscontri avete raccolto dall’anno passato?
Tutti coloro che hanno partecipato sono tornati e molti genitori ci hanno raccontato che i figli han passato l’anno attendendo “con elettricità” il momento tanto atteso di rivivere assieme quest’avventura. Molti bambini hanno preferito saltare altri Grest per tuffarsi unicamente in questo.
Al Grest sono coinvolti anche i ragazzi dell’università nell’organizzazione?
Sì, ci sono due studenti tirocinanti e due ragazzi del Servizio Civile. È un’occasione molto ricca, profonda e pratica per immergersi nel mondo dei bambini, per stare davvero con loro, scoprendo le proprie forze, le proprie debolezze, imparando strumenti animativi e approcci fondamentali per una futura professione accanto a loro. La speranza è che si diffonda, sempre più, l’idea di sviluppare percorsi di tirocinio in quest’ambito.
Sono in previsioni altre attività volte a facilitare l’operato e la condivisione dei dipendenti negli ambienti salesiani?
Per il momento, essendo il secondo anno, ci si sta concentrando sul far sedimentare questa importante esperienza, per renderla più forte e consolidata. Stanno crescendo, giorno per giorno, le relazioni con i genitori e quindi le premesse per realizzare qualcosa di ancora più profondo, che possa vedere educatori, animatori, Salesiani e dipendenti assieme sui temi educativi.
Il futuro è, insomma, in crescita...
Fonte: SalesianiNordEst.it