L’incontro è stato organizzato secondo tre momenti distinti. Il primo gruppo di relatori aveva il compito di offrire la propria esperienza personale del Sinodo, cercando di offrire delle prospettive valide nell’ottica di una sua implementazione nel contesto dell’Unione Europea (UE). Mons. Jean-Claude Hollerich SJ, arcivescovo del Lussemburgo e Presidente della COMECE, nel suo intervento ha voluto ricordare l’attenzione particolare rivolta dal Sinodo alla cura dei giovani migranti e dei giovani “scartati” dall’economia. I giovani, ha ricordato Mons. Hollerich, hanno bisogno di ascolto e vero sostegno, non di tatticismi. Essi hanno sogni, e cercano un futuro a misura dei loro sogni, come testimoniato dai recenti “Fridays for Future”. Mons. Luc Van Looy, Salesiano, vescovo di Gent e Presidente di Caritas Europa, ha focalizzato il suo intervento sulle parole chiave “vocazione”, da estendere a tutti i giovani; “sinodalità”, come stile di una Chiesa inclusiva e in cammino; e “discernimento”, invitando i giovani a prendere la parola e l’iniziativa, sia nella Chiesa, sia nella società. Infine, Annelien Boone, che ha rappresentato i giovani del Belgio nella riunione pre-sinodale nel mese di aprile 2018, ha ricordato quest’importante esperienza di ascolto dei giovani, incoraggiata in primo luogo dalla testimonianza personale di Papa Francesco.
Il secondo momento è stato dedicato più esplicitamente alla ricerca di possibili sinergie tra le istituzioni europee e i giovani. Fabienne Metayer, funzionaria della Direzione Generale “Educazione e Cultura” della Commissione Europea, non si è limitata a presentare i programmi e le opportunità offerte dall’istituzione che rappresentava, ma ha anche condiviso alcune sfide incontrate dalle istituzioni e dai programmi europei nel coinvolgere attivamente quei giovani che sembrano meno interessati alla partecipazione socio-politica. Lukas Pachta, assistente dell’eurodeputata Michaela Sojdrova, ha offerto il punto di vista di chi si batte anche nel Parlamento Europeo per il sostegno di programmi capaci di includere e promuovere la mobilità dei giovani, come “Erasmus+”. Katharina Norpoth, infine, ha offerto il suo punto di vista in qualità di Presidentessa della federazione delle associazioni giovanili cattoliche tedesche (BDKJ), testimoniando il desiderio di maggiori sinergie e opportunità per i giovani nel contesto dell’UE.
La terza ed ultima parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione di due buone pratiche nel campo dell’accompagnamento dei giovani all’impegno per il bene comune, secondo le indicazioni del Sinodo. Jaka Kranjc e Eleonora Vitale hanno presentato il “Leadership Programme”, promosso dal “Jesuit Europe Social Centre” di Bruxelles; mentre Foony Grootjans, Presidente del “Don Bosco Youth Network”, si è focalizzato sul lavoro del DBYN per la promozione dell’advocacy giovanile, attraverso programmi di formazione e collaborazione con altre associazioni desiderose di difendere i diritti dei giovani e dare voce ai giovani senza voce.
Gli oltre 50 partecipanti intervenuti, giovani e adulti, hanno potuto dialogare con i tre gruppi di relatori ponendo loro domande al termine di ogni sessione, favorendo un clima di dialogo e sinodalità. Come è stato ricordato da più relatori, il Sinodo “sui giovani” non è finito: si tratta ora di discernere insieme le scelte da intraprendere per accompagnare adeguatamente i giovani anche in quei contesti, come l’UE, in cui è lo spazio per l’impegno socio-politico a prevalere. Nell’Esortazione Apostolica post-sinodale “Christus vivit”, Papa Francesco invita i giovani ad andare oltre i propri piccoli gruppi, per cercare una “amicizia sociale” rivolta alla costruzione del bene comune. L’incontro si è concluso proprio con quest’ultimo augurio, rivolto ai giovani presenti e coinvolti nel processo di implementazione del Sinodo in Europa.
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