Messico – “Ci auguriamo che possa vivere in mezzo a noi come cristiano, vescovo, padre e amico di tutti”

03 Agosto 2018

(ANS – San Pedro y San Pablo Ayutla) – Ieri, giovedì 2 agosto ha avuto luogo la grande celebrazione dell’ordinazione episcopale di don Salvador Cleofás Murguía Villalobos, Salesiano di Don Bosco. Era lo scorso 13 giugno quando L’Osservatore Romano pubblicava la notizia che Papa Francesco accettava le dimissioni, a motivo del raggiungimento dei 75 anni di età, di mons. Héctor Guerrero Córdova, SDB, quale vescovo della Prelatura di Mixes, e comunicava, nella stessa circostanza, il nome del nuovo vescovo: don Salvador.

L’ordinazione episcopale è un evento di Chiesa e anche un incontro con la gente, con il popolo e con i fedeli per i quali un vescovo viene ordinato. La mattina del 2 agosto, mons. Murguía Villalobos è entrato nel luogo della celebrazione accompagnato da mons. Guerrero Córdova, ricevendo a ogni passo corone di fiori da parte dei presenti, ad indicare il loro affetto verso il nuovo pastore.

Le prime parole di benvenuto sono state quelle pronunciate dal sindaco, Arturo Galván, che nella sua lingua natia ha affermato: “la popolazione di San Pedro e San Pablo Ayutla Mixe le dà il più cordiale benvenuto, mons. Salvador!”.

Nel corso della solenne eucaristia, partecipata da numerosi presuli, sacerdoti e Salesiani – tra cui anche il Consigliere per la Comunicazione Sociale, don Filiberto González, e il Consigliere per la regione Interamerica, don Timothy Ploch – ha avuto luogo il rito dell’ordinazione: il principale consacratore di don Murguía Villalobos è stato il cardinale Alberto Suárez Inda, arcivescovo emerito di Morelia, e i principali co-consacratori sono stati mons. Pedro Vázquez Villalobos, arcivescovo di Antequera, e mons. Guerrero Córdova.

Da ieri mons. Murguía Villalobos è divenuto pertanto il pastore di un prelatura la cui popolazione è eminentemente indigena, bisognosa dell’attenzione di un pastore e, soprattutto, della sua sollecitudine spirituale. La prelatura si trova in una zona povera e montagnosa, costituito da 19 comuni e 274 comunità e una popolazione di circa 200.000 abitanti: indigeni Mixes (70%), Chinantecos (19%) e Xapotechi (8%), oltre a meticci (2%) e Mixtechi (1%), che parlano regolarmente un dialetto.

Si tratta di una regione situata negli altopiani settentrionali di Oaxaca, molto accidentata dal punto di vista orografico, ricca di vegetazione e con poche vie di accesso, dato che la maggior parte delle strade di terra e si rovinano facilmente con le piogge. Ci sono ancora comunità che rimangono isolate, dal punto di vista economico, educativo o sociale, villaggi cui non arriva l’elettricità e che possono essere raggiunti solo a piedi. Ci sono al tempo stesso antiche forme di autogoverno, frutto degli usi e costumi tradizionali, che hanno favorito la conservazione delle antiche usanze e dei valori e, soprattutto nei Mixes, hanno mantenuto l’orgoglio di non essere mai stati conquistati.

“Ci auguriamo che possa vivere in mezzo a noi come cristiano, vescovo, padre e amico di tutti – sono state le parole di benvenuto del Comitato del Tempio –. Lei già sa che arriva in un’area vasta e poco conosciuta… Ma le saremo accanto per portare la Parola di Dio”.

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