Come spiegano i salesiani dell’Ispettoria “San Patrizio” dell’Irlanda in un articolo pubblicato sulla loro pagina web, i recenti sviluppi del conflitto hanno costretto migliaia di persone a fuggire e a lasciare le proprie abitazioni. In particolare, il territorio di Nyiragongo, al confine con la città di Goma, ha accolto migliaia di sfollati di guerra, molti dei quali si sono accampati presso la parrocchia cattolica nel campo per sfollati interni di Kanyaruchinya, a meno di 3 chilometri dal Centro Giovanile “Don Bosco Ngangi” e dall’Istituto Tecnico Industriale salesiano di Goma.
I numerosi sfollati nei campi di Kanyaruchinya, Don Bosco Ngangi, e di altri campi come Shasha, Rusayo e Bulengo, vivono generalmente in condizioni molto difficili. Gli sforzi di vari benefattori e organizzazioni umanitarie locali per fornire un riparo stanno tuttavia avendo un impatto importante nella vita di tante famiglie. Nonostante questo, le condizioni sono diventate più difficili con la stagione delle piogge, iniziata a settembre. Inoltre, l’aumento del costo della vita ha esacerbato l’intera crisi, con un aumento esponenziale dei prezzi di cibo, carburante e di altri beni di prima necessità.
Le donne incinte, gli anziani, le persone con disabilità e le vedove sono coloro che faticano di più a vivere in queste condizioni, con bisogni considerevoli. Anche i bambini sono tra le categorie più bisognose. In particolare, avrebbero la necessità di uno spazio dove giocare e di una costante assistenza psico-sociale, per aiutarli ad affrontare il trauma della guerra. I salesiani stanno già facendo il possibile per organizzare attività di questo tipo, ma non sono ancora in grado di estenderle a tutti i bambini nei diversi campi.
Molti bambini, inoltre, hanno perso l’anno scolastico 2022-2023 ed è molto probabile che perdano anche l’anno scolastico 2023-2024, perché attualmente non c’è speranza di tornare nei loro villaggi, dove la situazione della sicurezza rimane precaria. È urgente che i bambini e i giovani siano iscritti a scuole locali o a corsi di formazione professionale, per ridurre il rischio che subiscano violenze e sfruttamento. È inoltre necessario insegnare alle famiglie come organizzare attività generatrici di reddito, per ridurre la loro totale dipendenza dagli aiuti umanitari, soprattutto considerando che non tutti hanno accesso agli aiuti.
In termini numerici, sono oltre 25.000 le famiglie di sfollati che vivono nei campi di Kanyaruchinya, Don Bosco Ngangi, Don Bosco Shasha e Bulengo. “Stiamo cercando di collaborare con altri partner per coordinare meglio i nostri interventi a livello locale – sottolineano i salesiani d’Irlanda –. Va notato che molte famiglie nei vari campi si affidano all’assistenza dei salesiani, che forniscono cibo, oltre a cure pastorali e nutrimento spirituale. Cerchiamo di fare il possibile, grazie alla generosità dei benefattori e alla fiducia sempre riposta in Don Bosco e Maria Ausiliatrice”.
Fonte: Salesiani d’Irlanda