Don Bosco inviò a Genova, Don Paolo Albera – che poi sarà il suo II Successore alla guida della Congregazione – con due giovani salesiani, tre capi laboratorio e un cuoco per fondare l’opera. Al momento di partire Don Bosco raccomandò a Don Albera di non darsi pensiero di niente e di riporre tutta la fiducia nel Signore. Gli chiese poi se avesse bisogno di qualcosa. “No, signor Don Bosco – rispose – La ringrazio, ho con me 500 Lire”. E Don Bosco. “Non è necessario tanto denaro. Non ci sarà la Provvidenza a Genova? Va’ tranquillo, la Provvidenza penserà anche a te”. Ritirò le 500 lire e gli lasciò una somma molto inferiore. E la Provvidenza non mancò.
Era il 26 ottobre del 1871 quando il primo gruppo di Salesiani prese posto nella villa Oneto nella zona di Marassi, a Genova. Ma una villa in campagna, lo affermò lo stesso Don Bosco, non era adatta per un Ospizio di Arti e Mestieri per giovani in difficoltà. Per questo nel novembre del 1872 – un anno dopo – dunque, i Salesiani presero possesso del convento e della chiesa dei teatini in Sampierdarena, in verità all’epoca malridotti, ma che, come spesso avvenuto nella tradizione salesiana, tornarono ben presto a nuova vita.
Difatti, in questo secolo e mezzo, la casa di Sampierdarena è sempre riuscita ad essere un’opera autenticamente salesiana. “Sullo stile improntato da Don Bosco stesso, si è sempre voluto creare una casa aperta ed accogliente in un clima di familiarità ed amicizia, un luogo propizio per incontrarsi, una scuola che avviasse alla vita, ambiente che fosse evangelizzatore in modalità semplice ma attiva e profonda, intriso di gioia, di rispetto, di affetto che accompagna sempre tutti nel cammino della vita” afferma don Sergio Pellini, Direttore pro tempore dell’opera.
“Le attestazioni di numerosissimi exallievi, benefattori e collaboratori dell’opera – conclude il salesiano – permettono di apprezzare il sacrificato e generoso servizio reso, continuando la realizzazione di un sogno che ancora oggi continua destando gratitudine ed apprezzamento, sia in ambito ecclesiale che civile. I tempi, le generazioni, le attività formative sono sì cambiate adattandosi alle nuove esigenze ma la passione educativa, fedele allo spirito di don Bosco, è sempre forte ed efficace”.
Per ricordare, riflettere e seminare speranza con Don Bosco, nello spirito di gratitudine proprio di questo 150°, le celebrazioni della comunità salesiana di Sampierdarena iniziano già questo fine-settimana:
- Sabato 29 gennaio, alle ore 15:30 (UTC+1), il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, presenterà in collegamento via Zoom (password: 9nAYwX) la Strenna del Rettor Maggiore per il 2022, sul tema: “Fate tutto per amore, nulla per forza”.
- Domenica 30 gennaio, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, presiederà l’Eucaristia domenicale che segnerà anche l’avvio della festa parrocchiale per Don Bosco.
- Lunedì 31 gennaio, festa di Don Bosco, alle ore 8:30 è in programma la Messa con i giovani presieduta da mons. Nicolò Anselmi, che verrà seguita da un tempo per il gioco; nel pomeriggio, alle 18:30, ci sarà invece la Messa presieduta da don Pellini.
Del lungo programma di attività previsto per l’anniversario, si segnala anche il progetto sociale promosso dalla comunità salesiana per avviare al lavoro, in questo 150° anniversario, 150 giovani, grazie alla collaborazione di exallievi e imprese del territorio.
Harris Pakkam