Per l’occasione anche don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana, ha inviato un messaggio, nel quale ha scritto: “Il Museo delle Culture Don Bosco rappresenta l’impegno dei Salesiani, attraverso la storia, a promuovere, catalogare e rendere disponibile in modo scientifico e professionale, per tutta la società, la ricchezza culturale dei popoli indigeni. L’Ispettoria BCG, l’UCDB, i missionari e i laici hanno lavorato insieme per offrire a tutte le generazioni, durante questi 70 anni, la bellezza artistica, il patrimonio culturale, l’espressione religiosa e i diritti dei popoli indigeni. Inoltre, il Museo rappresenta l’espressione culturale locale dei popoli e la loro universalità fraterna, Fratelli Tutti, con la sua varietà e ricchezza di opere d’arte, l’esposizione della diversità del mondo faunistico e minerale di tante aree, in modo speciale del Pantanal, dell’Amazzonia e di tante altre aree geografiche del mondo”.
“Un museo salesiano – prosegue il messaggio – è un ambiente umano, un ecosistema di valori, un habitat della ricchezza delle persone e della natura. In questo senso, abbiamo la responsabilità di continuare con tutta la società, le famiglie, gli educatori e le autorità, a valorizzare, curare e diffondere la ricchezza materiale e immateriale presente in questo museo. Per questo, il museo è una voce della fraternità umana e della solidarietà tra i popoli”.
Da parte sua il Vicario Ispettoriale BCG, parlando a nome dell’Ispettore, don Ricardo Carlos, ha sottolineato il valore storico dell’anniversario e l’importanza del francobollo commemorativo.
Mentre il Rettore dell’UCDB ha aggiunto: “Ci sono musei per le cose. Questo Museo è per l’uomo”. Quindi ha reso omaggio a coloro che hanno lavorato per garantire la collezione del Museo, citando don Cesare Albisetti, l’indigeno bororo Tiago Marques, don Angelo Venturelli (“colui che riuscì a trasformare i manoscritti di don Albisetti in quella che oggi è l’Enciclopedia Bororo”), don Gonçalo Uchôa, don Felice Zavattaro (“grande ideatore del Museo”) e don João Falco, che impresse al museo i suoi tratti fondamentali.
Prodotto in collaborazione con le Poste per celebrare i sette decenni di storia del Museo, il francobollo sarà venduto anche nelle agenzie postali. “È un omaggio ad un’istituzione di grande rilevanza, che fa parte della storia di Campo Grande: dopo tutto diverse generazioni sono cresciute avendo il museo come riferimento – ha detto il dott. Dias Leal –. È conosciuto da tutta la popolazione come il ‘Museo degli Indigeni’. E la sua importanza ha superato i limiti dello Stato, dato che il Museo è un riferimento nazionale e internazionale… e riesce a combinare la tradizione con una modernizzazione equilibrata, innovando ogni giorno”.
Tra le altre iniziative realizzate per il 70° anniversario del “Museo delle Culture Don Bosco” si segnalano, una mostra itinerante installata presso il centro commerciale “Pátio Central Shopping”, di Campo Grande, avviata alla fine di settembre; e prossimamente la diffusione di foto dei visitatori del museo nel centro della città.
Con la sua ricca collezione di reperti di etnologia e scienze naturali, entomologia (insetti), malacologia (conchiglie) e zoologia (pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi), nonché di fossili e minerali, il “Museo delle Culture Don Bosco” ha attirato in questi anni oltre 500mila visitatori – tra i quali anche San Giovanni Paolo II, che lo visitò nel 1991, in occasione del 40° anniversario del museo.