Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato i membri dell’equipe laica e tecnica che gestirà la Casa, le autorità dell’Istituto del Bambino e Adolescente dell’Uruguay (INAU, in spagnolo), il Superiore dei Salesiani di Don Bosco, don Alfonso Bauer, l’Arcivescovo di Montevideo, il Cardinale Daniel Sturla, SDB, e il Direttore della “Fundación Trampolín”, don Marcelo Fontona, SDB.
Nell’occasione il Presidente dell’INAU, Pablo Abdala, ha spiegato la “gioia” provata dalle autorità di questo ente statale per questo spazio che contribuisce ad “ampliare il sistema di protezione dell’Istituto attraverso delle alleanze intelligenti con le organizzazioni sociali”. Ha spiegato ai media che in questa casa “lavoreremo con i bambini affinché siano protetti, curati, assistiti e accompagnati nell’esercizio dei loro diritti”, con l'obiettivo di “rafforzare i loro legami familiari quando questi sono stati indeboliti”.
Quindi ha sottolineato la “ricca tradizione d’intesa tra l’INAU e la Società Salesiana” e ha evidenziato che “da soli possiamo fare molte cose, ma, insieme, possiamo farne molte di più, completando gli sforzi per raggiungere la promozione dei diritti dei bambini, che è un compito sociale dello Stato e della società civile”.
Da parte sua, don Bauer ha concentrato il suo discorso su due parole: grazie e opportunità. Ha commentato che da due anni i Salesiani, insieme all’équipe della Rete di Opere Sociali Salesiane, stavano discernendo la possibilità di questo progetto, come risposta al bisogno di un accompagnamento speciale che percepivano come necessario per molti bambini che accompagnano nei loro Centri Giovanili e Club per Bambini.
Ha sottolineato che la Casa si chiama Casa Valdocco, con riferimento al primo Oratorio salesiano fondato da Don Bosco nel quartiere di Torino. “Ispirandosi a quelle origini, in questa casa i bambini si sentiranno amati, accompagnati e valorizzati”, ha assicurato. Si tratta di “metterli al centro di tutte le nostre preoccupazioni” e fornire il sostegno necessario “per reintegrarli nella società e avere fiducia in tutto il potenziale che ognuno di loro ha”, ha sottolineato.
Il Superiore dei Salesiani in Uruguay ha anche espresso la sua gratitudine all’équipe della Rete delle Opere Sociali “che ha messo questa iniziativa sulle nostre spalle”, e alla “Fundación Trampolín” che ha iniziato quest’anno ad “accompagnare tanti progetti socio-educativi che abbiamo e per i quali abbiamo bisogno di risorse”.
Don Bauer ha anche sottolineato che questo accordo è un’opportunità. “In un’alleanza, entrambe le parti sono vincenti, vogliono il meglio: quindi per noi è un’opportunità che coinvolge non solo gli educatori che si occuperanno della casa, ma anche la Famiglia Salesiana, che guarda con grande interesse e affetto a tutto questo (…). Non mancheranno le persone vicine e il sostegno per accompagnare le sfide presentate dal progetto”, ha detto, ricordando che “Don Bosco ha sempre sognato un vasto movimento a favore dei giovani”.
Infine, ha affermato di sperare che l’esperienza sia “arricchente” e che “saremo in grado di fornire un servizio alla società mettendo questi bambini al centro, amandoli, accompagnandoli e dando loro le opportunità che meritano”.
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