Don José, com’è arrivato a questo incarico?
Nel concludere il mio servizio come Ispettore, nel 2008 il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez, mi ha nominato Coordinatore della Famiglia Salesiana e Delegato Mondiale per gli Exallievi di Don Bosco.
Qual è la realtà mondiale degli Exallievi?
È così diversificata! Non c'è omogeneità. Le sfide principali sono: crescere nell’identità di Exallievi; rafforzare le unioni locali; realizzare progetti educativi e di solidarietà; ringiovanire l’associazione promuovendo la registrazione di nuove generazioni di alunni. Gli Exallievi iscritti attualmente sono circa 100.000, associati attraverso una cinquantina di federazioni.
In quali aree ha concentrato gli sforzi formativi?
Ho focalizzato l’attenzione sul binomio identità e missione, perché sono due dimensioni che si sostengono e arricchiscono l’un, l’altra e quindi devono vivere in proficua complementarità. Perciò essere fedele alla propria identità e alla propria missione è sempre più urgente nel mondo di oggi, segnato da tanta confusione e relativismo. Gli Exallievi che hanno una chiara identità e missione nella Chiesa e nella società, vivono pienamente l’invito di Don Bosco ad essere “onesti cittadini e buoni cristiani”.
Come dovrebbe essere un Exallievo di Don Bosco nella vita di tutti i giorni?
L’Exallievo deve lasciare la casa salesiana con la convinzione che il suo impegno e la sua responsabilità, a fronte di tutte le difficoltà, cambieranno il mondo, a partire da se stesso e dalla sua famiglia. Inoltre, in virtù dell’“educazione ricevuta” l’Exallievo di Don Bosco deve assumere il valore della solidarietà come stile di vita. Cioè, deve essere un costruttore della “carità sociale” o “carità politica” perché solo la carità cambierà il mondo.
L’intervista completa è disponibile sul Bollettino Salesiano della Spagna.
https://www.infoans.org/component/k2/item/1362-rmg-don-jose-pastor-l-educazione-ricevuta-e-il-passaporto-per-il-presente-e-per-il-futuro#sigProIdbad91cd5c7