Nella zona di Campur, presso San Pedro Carchá, nel Dipartimento di Alta Verapaz, i salesiani animano una missione con la popolazione di etnia Q'eqchi', che ha pesantemente subito gli effetti di questi fenomeni naturali. Circa 500 famiglie e altrettante case sono rimaste sott’acqua, circa 6.000 persone sono state colpite e trasferite in centri di accoglienza, centinaia di piccole imprese e raccolti sono andati perduti. E almeno cinque villaggi della zona versano in uno stato di forte precarietà.
L’intero villaggio di Campur è stato allagato a causa della quantità di pioggia caduta e dello straripamento di diverse fonti d’acqua che si trovano sulle pendici delle montagne che circondano la regione.
Così come gli abitanti del villaggio sono stati colpiti, allo stesso modo anche la stazione missionaria “San José” di Campur è stata completamente allagata. La prima fase della ricostruzione, che consisteva nella ristrutturazione della sala parrocchiale e della zona delle piccole aule, è stata completamente danneggiata, così come la casa del curato.
La comunità salesiana di San Pedro Carchá e il Centro Don Bosco, diretto da don Antonio de Groot, hanno accompagnato e sostenuto gli abitanti con la consegna di cibo e l’offerta di alloggio ai bisognosi. Ma gli aiuti sono ancora assolutamente necessari: a distanza di tanti giorni ci sono ancora interi villaggi che non sono stati raggiunti dai soccorritori – villaggi che prima si potevano raggiungere a piedi o con qualche veicolo e cui ora, invece, si può arrivare solo attraverso delle imbarcazioni.
Edín Pacay
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