Cosa l’ha spinto a farsi salesiano?
Fin dalla mia infanzia mi sono sentito orientato a diventare membro di una congregazione religiosa educativa, come quella dei Lasalliani. Per azione della Provvidenza, attraverso un amico di mio padre, venni a conoscere un salesiano che mi aiutò ad iscrivermi all’aspirantato salesiano. Le meravigliose esperienze di vita con i missionari e con la prima generazione di salesiani che meravigliosamente seppero creare lo spirito di famiglia nell’aspirantato favorirono la mia richiesta di diventare salesiano, quale unico modo per rispondere alla chiamata di Dio.
Lei è stato eletto al di fuori del Capitolo Generale 28° (CG28). Come ha preso la notizia dell’elezione? Quali erano invece i suoi progetti?
Mentre si svolgeva il CG28 mi stavo preparando a venire a Roma per lavorare nel Settore per le Missioni. Quando gli Ispettori e i Delegati della mia Regione Asia Est-Oceania hanno proposto il mio nome come candidato all’elezione, inizialmente ho rifiutato la loro proposta perché conosco bene i miei limiti. Eppure, dopo un brevissimo momento, a motivo della loro insistenza e data la mia precedente obbedienza a lavorare a Roma nel Settore per le Missioni, ho ritenuto che fosse la volontà di Dio. E come figlio di Don Bosco, ho risposto con il mio ‘sì’ e ho chiesto l’aiuto della nostra beata Madre.
In queste prime settimane, segnate per altro dalle restrizioni per Covid-19, cosa ha potuto vedere, conoscere, imparare del nuovo incarico? Cosa si aspetta per il futuro?
Don Václav Klement, per due volte Consigliere per la Regione, è stato molto collaborativo per facilitarmi nel nuovo incarico. Ha lasciato un grande tesoro di documenti e materiali relativi alla regione, che ho potuto studiare con il suo accompagnamento quotidiano nelle prime settimane. Allo stesso tempo, la corrispondenza con gli Ispettori e i vari superiori mi ha avvicinato alle loro realtà.
Le sessioni del Consiglio Generale sul Direttorio del Consiglio Generale riveduto mi hanno aiutato molto a conoscere il ruolo essenziale del Consigliere Regionale come animatore della Regione. Attualmente stiamo lavorando con la comunicazione online, uno strumento molto efficiente per oggi. Al termine della pandemia, si tratterà di conoscere meglio la Regione attraverso degli incontri in presenza.
Tra sei anni, cosa sogna per la sua Regione?
Il CG28 ha delineato alcune linee guida per i prossimi sei anni. Le prendo come spunti per il mio sogno sulla Regione.
- Formazione: Rafforzare l’identità carismatica salesiana, dalla formazione iniziale a quella permanente. La figura del salesiano coadiutore è necessaria in questo processo se vogliamo essere fedeli all’identità salesiana voluta da Don Bosco. Dovrebbe essere una “formazione che prepara alla missione salesiana, concretizzata nel nostro ministero tra i giovani poveri; una formazione che prepara i nostri salesiani con una visione missionaria fino all’opzione della ‘missio ad gentes’” come disse il Rettor Maggiore al termine della Visita d’Insieme alla Regione.
- Missione condivisa con i laici: Le Ispettorie e Visitatorie si stanno muovendo in questa direzione con ritmi diversi, a causa del diverso retroterra storico e salesiano. In che modo esse si aiutano a rispondere a questo segno del tempo? E ad essere solidali l’una con l’altra? Di certo, tutte le commissioni della Regione saranno organi efficienti per raggiungere questo obiettivo.
- Impegno per le frontiere/periferie: Credo che sia qui che potremmo trovare la qui soluzione per la crescita del carisma salesiano e dei nostri apostolati nella Regione, dove la povertà si manifesta sotto forme diverse in diversi Paesi. Promuovere le opere al servizio dei più poveri e incoraggiare le Ispettorie ad avviarne di nuove per rispondere ai bisogni urgenti dei giovani poveri: questo è il mio sogno ed è anche la sfida.