Cosa sogni riguardo alla formazione salesiana?
Credo che la formazione dei Salesiani porterà un programma generale di formazione sull’identità e l’orientamento dei giovani salesiani. In particolare, il Manuale di Formazione del Volontario Missionario Salesiano lo ritengo particolarmente appropriato ai giovani vietnamiti. Spero davvero di poter acquisire delle indicazioni preziose su come possa formarsi un parrocchiano. Il mio sogno è che la formazione salesiana offra un incoraggiamento e una motivazione ai giovani salesiani ad intraprendere la via della santità.
E cosa sogni in merito alla missione condivisa tra salesiani e giovani?
Ho imparato molto dai salesiani che ho incontrato nella mia vita, grazie alla loro fede forte e concreta e alla loro devozione. Sono esemplari nel loro zelo apostolico, affettuosi nella relazione, e si prendono cura della vita dei giovani. Senza dubbio, dove c’è un salesiano c’è una reale predilezione pastorale per i giovani.
Penso pure che i giovani dovrebbero avere maggiori opportunità di diventare apostoli per gli altri, offrendo i propri talenti e la loro passione nell’apostolato. Spesso lavoriamo insieme a molti salesiani, che però vengono distratti dall’organizzazione delle attività. Ciò di cui abbiamo bisogno da loro è una guida spirituale: per le nostre iniziative e attività apostoliche e per la nostra vita di fede. Ma spesso non hanno tempo per farlo. Perché i salesiani passano tanto tempo a fare quello che possono fare altrettanto bene i laici, mentre trascurano quelle cose dove nessun altro può prendere il loro posto? Ci aspettiamo salesiani che siano guide spirituali per noi, che alimentino lo stile salesiano di vivere il Vangelo, nell’educazione e nelle opere pastorali!
Sogno che un giorno tutti i membri della Famiglia Salesiana condivideranno insieme la missione e testimonieranno i valori del Vangelo nel servizio disinteressato e nella solidarietà.
Qual è il tuo sogno sulla testimonianza di vita comunitaria e personale salesiana?
Che si continui a realizzare il sogno di Don Bosco. Vorrei che ogni membro della Famiglia Salesiana vivesse sempre la spiritualità salesiana, per portare un amore autentico ai giovani poveri e continuando ad essere animato dallo spirito del “Da mihi animas”.
Cosa hai sperimentato sui luoghi di Don Bosco?
Quando facevo da chierichetto nella mia parrocchia ho appreso tanto su don Bosco e su san Domenico Savio, che è il patrono di tutti i chierichetti. Non avrei mai immaginato di poter raggiungere la “Terra Santa” salesiana e anche il luogo di nascita di Don Bosco. Quest’esperienza mi ispirerà a essere migliore come figlio spirituale di Don Bosco. È stata un’esperienza incredibile e indimenticabile!
E com’è stata la tua esperienza con gli altri giovani osservatori presenti al CG28?
Quando sono arrivato a Valdocco, ho avuto la sensazione di essere a casa, grazie alla calorosa accoglienza del Rettor Maggiore e dei Salesiani di tutto il mondo. È stato un privilegio poter conoscere la Missione Salesiana a livello globale e ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con i miei colleghi giovani provenienti da diverse parti del mondo. Ho riconosciuto la diversità della Famiglia Salesiana. Spero che tutto questo mi faccia capire più profondamente quanto sono amato e quanto devo essere responsabile come figlio spirituale di Don Bosco.
Cosa ti aspetti riguardo al cammino che i salesiani intraprenderanno dopo il CG28?
In generale, prego per ogni progetto e soprattutto per le aspettative del CG28. Desidero sinceramente che il CG28 aiuti tutte le parti della famiglia salesiana ad avvicinarsi a Gesù. Il giorno della festa di Don Bosco il Rettor Maggiore ha inviato il messaggio annuale a tutti i giovani del mondo e ha detto: “La cosa più preziosa non sono le scuole, né le strutture sportive, né le università, né gli oratori, né i centri di accoglienza. La cosa più preziosa che abbiamo è Gesù Cristo, che ci ha conquistato e ci ha fatto innamorare”. Ecco, soprattutto spero che i salesiani ci insegnino ad ottenere questo.
Fonte: AustraLasia