La Conferenza ha voluto celebrare il quinto anniversario della Dichiarazione dei Leader Religiosi contro la Tratta di Esseri Umani promossa da Papa Francesco in Vaticano il 2 dicembre 2014 e confermare l’impegno degli attori religiosi in favore della prevenzione e del contrasto di questo tragico fenomeno ancora attuale in Europa e nel resto del mondo.
L’incontro è stato facilitato dall’on. Zarzalejos, eurodeputato spagnolo del Partito Popolare Europeo (EPP), che ha sottolineato come fino ad ora nonostante gli sforzi compiuti e gli strumenti adottati anche a livello europeo, il fenomeno della tratta non sia affatto in calo, tanto all’interno quanto all’esterno dell’Unione Europea.
José Luis Bazán, funzionario di COMECE per le migrazioni e la libertà religiosa, ha evidenziato le forme nuove della tratta di esseri umani e della schiavitù moderna, sottolineando il fatto che il Parlamento Europeo già nel 2015 ha condannato la gestazione surrogata come “sfruttamento riproduttivo”.
Renato Cursi, Segretario Esecutivo di “Don Bosco International”, ha presentato il lavoro dei Salesiani di Don Bosco al fianco delle giovani vittime della tratta di esseri umani e ha proposto che il tema del traffico di esseri umani venga posto al centro dell’attenzione dei lavori del Parlamento Europeo, in particolare nella Delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica tra Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) – UE (Unione Europea).
L’on. Bartolo, eurodeputato italiano del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), ha condiviso la propria esperienza trentennale con le vittime della tratta lungo le rotte migratorie come medico dell’isola di Lampedusa e ha spiegato ai partecipanti le ragioni e gli obiettivi del suo impegno politico presso il Parlamento Europeo, affinché questo fenomeno possa essere prevenuto e contrastato.
I relatori, rappresentanti sei differenti denominazioni religiose, sono intervenuti offrendo la loro specifica esperienza pratica a sostegno delle vittime della tratta, i frutti delle loro ricerche in questo campo e il contributo teologico e spirituale della propria fede.
Suor Adriana Pérez Ayala ha presentato il contributo della Chiesa Cattolica e in particolare il lavoro della rete “RENATE” (Religious in Europe Networking Against Trafficking and Exploitation).
Sandra Iman Pertek, dottoranda dell’Università di Birmingham e già collaboratrice di “Islamic Relief”, ha presentato i frutti della sua ricerca al fianco di donne islamiche vittime di tratta incontrate in Tunisia e Turchia.
Jamie Cresswell, Vice-Presidente dell’Unione Buddista Europea, ha offerto la visione buddista della compassione come via per un rinnovato impegno a difesa delle vittime della tratta di esseri umani.
Padre Cristian Pavel, presidente dell’associazione rumena “Filantropia”, ha presentato il lavoro della Chiesa Ortodossa con le giovani vittime della tratta in Romania.
Rabbi Avi Tawil, Direttore Esecutivo dello “European Jewish Community Centre”, ha preso spunto dalla visione dell’ebraismo sulla libertà e sulla persona umana come immagine divina per motivare il comune impegno per l’abolizione di tutte le forme di schiavitù moderna.
Heather Roy, responsabile del Consiglio Anglicano del Belgio, ha infine fatto appello alla comune dimensione della ragione per esortare tutti i partecipanti ad agire insieme per un intervento concreto in questo campo.
Per il DBI quest’iniziativa ha rappresentato la prosecuzione del lavoro di advocacy nel campo della prevenzione e del contrasto del traffico di esseri umani intrapreso nel febbraio 2019 con la presentazione presso le Istituzioni Europee a Bruxelles del documentario “Love”, realizzato da “Misiones Salesianas” a partire dall’esperienza dell’opera Don Bosco Fambul di Freetown, Sierra Leone.
Il ruolo del DBI è anche quello di facilitare e favorire il coordinamento con tutte le realtà della rete salesiana che si impegnano in questo campo, a livello europeo e internazionale. In India, ad esempio, l’associazione “PARA - People’s Action for Rural Awakening”, in cui i Salesiani sono molto attivi, è molto impegnata su questo fronte. In Africa Occidentale, “Missioni Don Bosco” e il “VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” hanno realizzato recentemente un progetto congiunto, “Stop Tratta”, per sensibilizzare i giovani di questa regione sui rischi dello sfruttamento lungo le rotte migratorie e offrire loro un’alternativa sostenibile. E il VIS è anche membro della Piattaforma Europea della Società Civile sul Traffico di Esseri Umani.
Il numero purtroppo crescente delle vittime, spesso giovani, di questo fenomeno disumano impone di collaborare con le istituzioni e gli attori della società civile, inclusi i rappresentanti delle comunità religiose, per cercare insieme misure più efficaci di prevenzione e contrasto.