Laura Curino e la “Compagnia Anagoor” raccontano l’intelligenza e lo spirito che seppero trasformare uomini straordinari in “santi sociali”.
Un modo diverso per celebrare la festa di un santo come Don Bosco che, nel 1800, come Cafasso, Cottolengo, Faà di Bruno, Murialdo, Orione, Frassati, Giulia di Barolo, entrò a far parte dei cosiddetti “santi sociali”.
“Facile il cinismo, facile l’agiografia: quella di raccontare il ‘bene’ è sempre impresa ardua – scrivono Curino e Derai –. Ma ogni impresa lo è. Raccontare le vite degli uomini è un’impresa altrettanto ardua. Raccontare la vita di un santo lo è ancora di più. C’è sempre un’immensa sproporzione tra la fissità di un volto che si è cristallizzato nell’immaginario collettivo e la mobilità inafferrabile di una vita vera”.
“L’idea di celebrare insieme la festa di Bosco come Famiglia Salesiana è ravvivare la fiducia che solo l’educazione dei giovani può dare futuro alla nostra società. Ricordarci di Don Bosco non è solo un fare memoria della sua persona, ma riconoscere nel dono che il Signore ha fatto a Lui la nostra identità di Famiglia Salesiana al servizio dei giovani” afferma don Francesco Marcoccio, Delegato dei Salesiani per la Famiglia Salesiana nel Lazio.
All’appuntamento sono invitati tutti i gruppi della Famiglia Salesiana, che avranno occasione di ritrovarsi attorno a Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, e Successore di Don Bosco, all’inizio dell’anno 2019 per il quale ha lanciato la Strenna con il titolo: #lasantitàancheperte.
Ecco il programma dettagliato:
- ore 15:30 arrivo e accoglienza
- ore 16:00 preghiera insieme
- ore 16:15 spettacolo teatrale “Santa Impresa*” sui “santi sociali” di Torino nell’800
- ore 17:30 Buonanotte del Rettor Maggiore
- ore 18:00 saluti e conclusione