Il centro per minori di Hortaleza è al collasso e il governo centrale non prevede nuovi finanziamenti per mantenere i “Minori Stranieri Non Accompagnati” (MSNA) che la Comunità Autonoma di Madrid deve ospitare. Molti di questi giovani hanno raggiunto la capitale spagnola dopo aver vissuto storie inconsuete e dure; eppure diversi comuni scelti per ospitarli si sono rifiutati di farlo.
Nel mezzo di questa “crisi dei MSNA”, ci sono storie che fanno pensare che anche questi ragazzi possono avere un futuro quando diventano maggiorenni e che con l’impegno e il lavoro una via d’uscita è possibile. Queste storie portano, tra gli altri, i nomi di Said e Mohamed, o “Moha”. Entrambi sono ventenni che vivono a Madrid, emigrati dai loro Paesi d’origine in cerca di un futuro.
Said, Algerino, è il secondo di quattro fratelli, e ha deciso di intraprendere un viaggio verso l’ignoto quando era ancora minorenne. Aveva un obiettivo chiaro: cercare un futuro. “Nel mio Paese ci sono molte meno opportunità che qui”, afferma.
Moha ha lasciato sua madre e due fratelli in Costa d’Avorio. “Ho abbandonato il mio Paese per poter aiutare la mia famiglia e conseguire un futuro migliore”.
Moha è sbarcato sulla costa di Cadice, a Tarifa, ed è finito nel Centro di Prima Accoglienza di Hortaleza, da cui poi è stato destinato al centro pubblico denominato “Paideia”; Said, invece, è stato inviato al centro pubblico di Manzanares.
Diventati maggiorenni, hanno lasciato i centri per minori e hanno aderito al Programma Comunitario che mira a dare continuità a ragazzi come Said e Moha, per garantire loro un futuro.
Attualmente sono inseriti, nell’ambito del Programma Comunitario, in un progetto chiamato “Casa Garelli” che dipende dalla Federazione Pinardi, associata ai Salesiani. Vivono con altri sei giovani nel quartiere madrileno di Carabanchel, in una casa messa a disposizione dalla Federazione e supervisionata da alcuni educatori sociali.
“Vicino alla recinzione dell’enclave spagnola di Melilla, tra le foreste, ci sono quasi 15.000 persone e giovani che attendono l’opportunità di fare il salto per avere una vita migliore” conclude Moha.
Fonte: La Razón