Josiah: Sono cresciuto in una parrocchia salesiana. Dopo un po’ di discernimento e di ricerca, ho deciso di dare la mia disponibilità alla Procura Missionaria Salesiana di New Rochelle per il programma “Lay Mission Volunteers” (Volontari Missionari Laici). Lì ho scoperto che anche mio padre e mio zio avevano partecipato allo stesso programma. Insomma, c’è stato un forte legame salesiano nella nostra famiglia.
Laura: Ero andata a New Rochelle per un fine settimana di discernimento e lì conobbi i salesiani. Non conoscevo Don Bosco: mi sono convertita al cattolicesimo, quindi dei santi non sapevo nulla. Gran parte del nostro discernimento ha riguardato la conoscenza di Don Bosco e del carisma salesiano. Quando ho conosciuto la vita di Don Bosco e il perché fondò i salesiani, per me è stato come una rivelazione. Io e Josiah ci siamo conosciuti mentre lavoravamo con i giovani con problemi con la giustizia; io lavoravo per la giustizia minorile come assistente sociale e Josiah faceva da guida ai giovani in comunità. Così, quando abbiamo sentito parlare di Don Bosco e del lavoro che faceva, soprattutto tra i giovani detenuti, ci siamo resi conto che era lì che Dio voleva che noi lavorassimo.
Orientamento: La preparazione per i volontari missionari laici consiste in tre settimane di orientamento. Durante la prima settimana abbiamo imparato molto sul carisma salesiano, sul Sistema Preventivo e sulla partecipazione alla vita comunitaria salesiana. La seconda settimana è stata dedicata al lavoro nell’apostolato. L’ultima settimana abbiamo fatto un ritiro con i salesiani, che è stata un’esperienza davvero sorprendente.
L’esperienza missionaria: Inizialmente eravamo stati destinati al Sudafrica, ma a causa di alcuni problemi con i visti siamo finiti in Swaziland, il che è stata una benedizione travestita da disguido. La cosa più bella è stata lavorare con persone provenienti da tanti Paesi e culture diverse: abbiamo lavorato con i giovani in Swaziland, Sud Africa e Lesotho, ma la maggior parte del nostro tempo l’abbiamo trascorso in Swaziland.
Quello che ci hanno insegnato i giovani: Ci hanno insegnato che non abbiamo niente di cui lamentarci, e ad essere allegri qualunque siano le nostre circostanze, che poi è la materia di cui si occupava anche Don Bosco: la gioia! Pure lo spirito comunitario visto e sperimentato ci ha toccato il cuore. Ricordo che un sabato i ragazzi erano fuori a giocare a pallacanestro, ed era già stata una lunga giornata… Così quello che fecero fu raccogliere i soldi che avevano, comprare del pane, recitare la preghiera lì seduti sul campo da basket e condividerlo tra loro. Questa scena ci ha davvero toccato in profondità.
Un consiglio ai volontari: Abbiate pazienza, le cose non cambiano dalla sera alla mattina. Concentratevi sulle cose che potete fare voi stessi e siate totalmente disponibili, perché Dio ha piani più grandi per voi, e voi lasciateli accadere.