Nel suo rapporto annuale, relativo ai dati del 2017, l’ISTAT ha segnalato nel cosiddetto “Belpaese” la presenza di 5 milioni e 58mila individui in condizioni di povertà assoluta: un dato che raccoglie l’8,4% della popolazione nazionale, e che risulta in netta crescita rispetto all’anno precedente, quando tale segmento rappresentava il 7,9 del totale.
Un altro dato significativo è l’incidenza della povertà assoluta fra i minori, che è pari al 12,1% del totale. Si tratta di 1 milione e 208mila minorenni poveri – anche se, almeno, tale dato risulta in calo rispetto al 2016.
Cresce anche la cosiddetta “povertà relativa”, cioè la condizione di povertà in relazione al livello della società circostante, perché adesso coinvolge circa 9,4 milioni di persone, con un aumento di oltre un punto e mezzo percentuale (dal 14% al 15,6%) sull’anno anteriore.
In generale i dati rilevano anche altri aspetti preoccupanti:
- che la povertà tocca in particolar modo le famiglie più giovani, rispetto a quelle dove l’adulto di riferimento ha più di 65 anni e magari può contare sulla tutela di una pensione stabile;
- che avere figli in Italia comporta facilmente intraprendere un cammino di avvicinamento alla povertà, e che in presenza di famiglie “numerose” – con tre o più figli – la povertà è una realtà concreta per una famiglia su cinque;
- che il divario tra Centro-Nord della penisola e Meridione continua a sussistere negli anni, a svantaggio di quest’ultimo;
- e che la povertà tocca maggiormente e con maggior frequenza chi già versa in condizioni di fragilità: disoccupati, famiglie di soli immigrati, persone con bassi titoli di studio.
A fronte di questo scenario, nel Paese in cui nacque Don Bosco, i Salesiani rinnovano il loro impegno per il sostegno dei bisognosi. Solo per citare qualche dato incoraggiante, di segno opposto ai precedenti, si può ricordare che “Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS”, l’ente civilistico salesiano che opera nel settore del disagio e della povertà educativa in Italia, anima su tutto il territorio nazionale:
- 33 case famiglia;
- 10 gruppi appartamento per i neo-maggiorenni bisognosi di accompagnamento;
- 7 comunità di contrasto alla dipendenze;
- 6 centri per accogliere le madri in difficoltà;
- 4 strutture di housing sociale per ospitare i più bisognosi;
- 3 mense per sfamare gli indigenti;
- 18 residenze e 3 uffici d’informazione per migranti;
- 20 servizi di accompagnamento per persone in condizioni di fragilità sociale;
- e 27 servizi per l’inserimento lavorativo.
Perché la povertà non deve essere una condizione senza speranza e senza via d’uscita.