di Gian Francesco Romano
Don Sala alla conferenza stampa è intervenuto assieme al Segretario Generale del Sinodo, card. Lorenzo Baldisseri, al Sotto-Segretario, mons. Fabio Fabene, e al suo omologo Segretario Speciale, don Giacomo Costa, SI. Così, mentre il card. Baldisseri ha illustrato brevemente i tratti principali, il metodo utilizzato per la stesura e la struttura del documento, mons. Fabene ha sintetizzato il contributo offerto dagli stessi giovani all’Instrumentum Laboris, e don Costa si è concentrato sul valore del discernimento.
L’intervento di don Sala si è invece articolato a partire dalla realtà in cui oggi la Chiesa può esercitare la propria missione apostolica, con i giovani e non solo. Per questo il primo passo proposto è stato quello di riconoscere “le sfide antropologiche e culturali” odierne cui far fronte: il rapporto con la corporeità e l’affettività, i nuovi metodi di informarsi e di rapportarsi alla verità, gli effetti profondi del mondo digitale sugli individui, la delusione verso le istituzioni tradizionali, “la cultura dell’indecisione”, la nostalgia spirituale…
Il secondo passaggio riguarda una nuova forma di interpretare la questione vocazionale, uscendo dalla visione ristretta per cui la Pastorale Vocazionale tocchi solo le vocazioni al ministero e alla vita consacrata: “La perdita della cultura vocazionale ci ha fatto precipitare in una società ‘senza legami’ e ‘senza qualità’”, ha manifestato don Sala, aggiungendo che è solo nell’ottica di una ricerca vocazionale in senso ampio che i giovani possono maturare una personalità solida ed equilibrata.
Successivamente don Sala ha presentato la fase determinante dello scegliere: è in questo stadio che le istituzioni ecclesiali – diocesi, movimenti, comunità, parrocchie… - devono avere il coraggio di mettersi pienamente in gioco. In primo luogo, restando quotidianamente vicino ai ragazzi, in un percorso di accompagnamento che esprime “il primato indiscusso e indiscutibile della vita quotidiana per la pastorale dei giovani”. E poi, manifestando veramente la fraternità e la comunità come luoghi in cui sia bello crescere per un giovane, come ambienti di senso in un mondo che spinge all’isolamento.
Infine, don Sala ha sottolineato un elemento che pervade sottotraccia l’intero documento, che costituisce peraltro anche un tipico tratto salesiano: l’impegno a dare di più a chi ha avuto di meno, la predilezione verso i più fragili e i feriti: perché è in questa sollecitudine pastorale verso i poveri e i bisognosi che si gioca la credibilità di una Chiesa, e perché è attraverso le proposte di volontariato e di servizio che tanti giovani arrivano a interrogarsi sulla propria vocazione e sul proprio ruolo nella comunità dei credenti.
Il testo completo dell’intervento di don Sala è disponibile, in italiano, sul sito della Santa Sede.