di Gian Francesco Romano
Come descriverebbe la situazione nel paese, soprattutto in riferimento a sacerdoti, consacrati, volontari?
I malgasci ora vivono nella totale insicurezza. Aggressioni a mano armata sono la regola su quasi tutta l’isola: furti di bestiame e di altri beni… E il peggio è che se i banditi non sono soddisfatti gli attacchi vengono seguiti da violenze fisiche e anche uccisioni. Quanto a sacerdoti, religiosi e volontari, anche per loro ci sono gli stessi rischi… ma sono comunque pienamente impegnati e dediti a servire i Malgasci, come uomini e Figli di Dio.
Questa situazione influisce nel lavoro quotidiano salesiano con i giovani?
Siamo esseri umani, fatti di carne e di sangue, ci sentiamo insicuri. E il lavoro d’educazione dei giovani diventa difficile in certe occasioni, di fronte alla pubblica insicurezza. In ogni caso, siamo costantemente alla ricerca del meglio, per non lasciare che i giovani vengano fuorviati da una mentalità che distruggere il bene comune e la persona umana.
Prevede degli sviluppi nelle prossime settimane?
Guardando la situazione, è difficile immaginare cosa accadrà domani o nei prossimi giorni. Ma questo non impedisce di dire che se non vi sarà qualche rapido intervento da parte dei responsabili dello Stato e anche dei privati, la situazione diventerà anche peggiore.
Come sacerdote e direttore di una radio, cosa si sente di dire?
Vorrei direi che l’educazione del popolo di Dio, giovane o adulto, deve essere sempre nei nostri pensieri. Dobbiamo proclamare il Cristo risorto a tutti, vale a dire che tutto il nostro lavoro di evangelizzazione e di educazione testimoni sempre l’amore di Dio. La radio è un modo efficace e veloce per trasmettere questo messaggio a tutte le persone. Quello che la radio trasmette la gente lo prende sul serio: “È Radio Don Bosco che l’ha detto”. Quindi devo discernere bene ciò che emettiamo dalla nostra antenna.
C’è stato qualche appello da parte delle autorità della Chiesa?
I rappresentanti della Chiesa, in particolare la Conferenza Episcopale del Madagascar, chiedono che la giustizia e la pace regnino in tutto il paese e fra tutto il popolo. C’è stata una ferma condanna delle aggressioni armate e delle violenze, come una richiesta di maggiore impegno ai responsabili della pubblica sicurezza. I vescovi, inoltre, incoraggiano tutti, in particolare i consacrati, a non mollare e a perseverare nelle loro importanti opere di sviluppo.