RMG – Il Papa della pace nell'Egitto della pace: intervista a don Maurizio Spreafico SDB

(ANS – Roma) – Don Maurizio Spreafico, attualmente formatore dei giovani Salesiani a Roma, è vissuto per quasi dieci anni nell’Ispettoria del Medio Oriente, di cui è stato anche Ispettore. In occasione del viaggio del Papa in Egitto gli abbiamo rivolto alcune domande.

di don Michelangelo Dessì, SDB

Cosa ricordi della tua esperienza nell’Egitto salesiano?

Ricordo con piacere i 2 anni vissuti in Egitto (da settembre 2003 a giugno 2005) nella comunità di Cairo-Zeitun. Una chiesa, un cortile non tanto grande, un salone e qualche saletta … sempre pieni di ragazzi e di giovani egiziani e sudanesi. Mentre studiavo la lingua araba, potevo conoscere da vicino la realtà dell’Egitto attraverso l’incontro con questi ragazzi poveri, semplici e pieni di voglia di vivere e insieme conoscere il dramma della guerra attraverso l’incontro con i profughi sudanesi in fuga dal loro paese, ancora più poveri degli egiziani, provati dalle sofferenze e dalle prove della vita, ma coraggiosi e desiderosi di vivere un futuro diverso.

La visita del Papa a Il Cairo. Quale ne è il senso? Chi incontrerà?

Il Papa sarà al Cairo il 28 e 29 aprile, accogliendo gli inviti del Presidente Al-Sisi, della Chiesa cattolica locale, della Chiesa copta e dall’Università teologica sunnita di Al-Azhar.

“Il Papa della pace nell’Egitto della pace”: questo il motto della visita del Papa. È significativo il logo scelto per questa visita: Francesco è raffigurato, sullo sfondo delle piramidi e del fiume Nilo sormontate dalla Mezzaluna musulmana e dalla Croce cristiana, e accanto ad una colomba simbolo di pace, mentre sorride e benedice.

Certamente il carattere ecumenico e interreligioso segnerà fortemente questo viaggio, per respingere ogni forma di fanatismo, estremismo e violenza in nome della religione, per promuovere la conoscenza reciproca, i valori comuni e il dialogo. A questo proposito ricordo le parole del card. Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che da tempo ha preparato questo viaggio: “ci siamo trovati d’accordo nel valutare la gravità della situazione di violenza e anche la necessità di trasmettere valori alle giovani generazioni. Abbiamo cercato insieme le cause della violenza: tutti ci siamo trovati, tutti, d’accordo – soprattutto i musulmani – nell’affermare che non è lecito invocare la religione per giustificare la violenza. Dobbiamo continuare su questa strada: più la violenza aumenta – ed è grave – più è necessario moltiplicare questo tipo di incontri che sono veramente doni che si fanno all’umanità, perché dimostrano che esiste la possibilità di lavorare insieme. Quello che invece vogliono i terroristi è dimostrare che non è possibile vivere insieme con i musulmani; noi affermiamo il contrario”.

Cos’hanno da dire ancora oggi Don Bosco e il suo carisma ai giovani egiziani?

Certamente il carisma di Don Bosco continua ad essere vivo ed attuale per i giovani egiziani. Come in tante altre parti del mondo, operare per la formazione integrale dei giovani è un dono prezioso per il loro presente e per il loro futuro. Vivendo insieme, cristiani e musulmani, offrono un segno concreto che è possibile e arricchente studiare insieme, giocare insieme, crescere insieme nel rispetto e nell’amicizia.

InfoANS

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