di don Jean-Marie Petitclerc, SDB
Spesso ho sentito dire: “essere fratello nel mio vicinato, va bene. Ma esserlo con quelli che vivono nelle periferie all’altro lato della città, non fa per me!”. Bene, la fratellanza, o fraternità, è la chiave dei tre valori repubblicani. Perché, se si toglie la cornice della fratellanza, la libertà può trasformarsi in volontà di onnipotenza e l’uguaglianza può portare ad un’ideologia egualitarista. Per il cristiano, credere in Dio Padre significa considerare l’altro come fratello.
Mi piace dire ai giovani: “immaginate un gruppo di amici in cui tutti hanno le stesse opinioni politiche, le stesse credenze religiose, condividono gli stessi gusti letterari, musicali… Beh, tutti si annoierebbero!”. Ciò che rende bella la vita di un gruppo è quando uno fa scoprire ad un altro tal libro o tal film, o un disco che l’altro da solo non avrebbe mai comprato. Ma perché la differenza arricchisca, bisogna fare lo sforzo di conoscere l’altro, di superare la paura. Educare alla fratellanza secondo Don Bosco significa sviluppare attenzione verso chi è in difficoltà. Non dimentichiamo che la forza di una catena si misura dalla forza dell’anello più debole.
Personalmente preferisco il valore del rispetto a quello della tolleranza. Rispettare gli altri alle volte significa mostrarsi apertamente intolleranti verso certe azioni. Perché ci sono quelle che costruiscono l’uomo, altre che lo distruggono; ci sono azioni che compongono il tessuto sociale, altre che lo rovinano. Non possiamo educare attraverso la tolleranza, ma attraverso punti di riferimento. E per me educatore un modo di rispettare i giovani è anche mostrarmi intollerante verso alcune loro azioni.
Uno spazio di fratellanza non è uno spazio senza conflitti. La cosa importante è imparare a gestire con il rispetto per l’altro. Perché non dimenticate che il modo naturale per risolvere un conflitto è la violenza. “A è in conflitto con B. A sopprime B. Non c’è più conflitto!”. Ma gestire il conflitto nel rispetto di ciascun partecipante, è qualcosa che si deve apprendere. E Don Bosco è stato, nelle istituzioni educative da lui fondate, un formidabile apostolo della mediazione.
Infine, per promuovere la fratellanza alla maniera di Don Bosco, è necessario portare il cibo spirituale per la sua crescita. Probabilmente già conoscete questo racconto indiano.
Un anziano apache insegna a suo nipote: “nel tuo cuore, come nel cuore di ogni uomo, combattono due lupi: uno grigio, aggressivo, pronto a saltare sopra l’altro; e uno bianco, silenzioso, pronto ad accogliere l’altro”. Il bambino allora chiede: “e chi vincerà, nonno?”. Risponde il vecchio saggio: “quello a cui tu darai nutrimento”.