Alcune persone sono diventate così dipendenti dai media digitali da sviluppare comportamenti che denotano situazioni anormali – in alcuni casi patologici, come la dipendenza – perché non sono state consapevoli o orientate all’uso corretto dei media digitali e al concetto umano di comunicazione.
Con tutto ciò, non si vuole scoraggiare nessuno nel suo desiderio e impulso di sviluppare proposte di comunicazione, e ancor meno proposte digitali. Al contrario, si vuole proporre alcuni elementi che aiutino a migliorare il proprio rapporto con i media, soprattutto quelli digitali, e a saper guidare, come pastori ed educatori, le generazioni che corrono il rischio di perdere il vero significato della comunicazione.
- Comunicare è uno scambio: quando pensiamo che la comunicazione sia solo la trasmissione di un messaggio, tradiamo il concetto più essenziale di comunicazione: l’interazione tra persone che genera uno scambio di messaggi con un significato. Quando avviene il processo di reciprocità e di interazione delle parti, si verifica la vera comunicazione. In questo senso, non si tratta solo di inviare un messaggio, ma di essere in grado di ricevere e interpretare la risposta al messaggio dato.
- Comunicare è ascoltare: non possiamo dimenticare un trinomio della comunicazione: ascoltare se stessi - ascoltare gli altri - essere ascoltati dagli altri... In questo trinomio vanno sottolineati il processo di riflessione e la capacità di empatia, che sono le chiavi per poter avere un impatto sulla vita degli altri. Le generazioni di oggi stanno perdendo la capacità di essere ascoltate e di saper ascoltare; quindi, tutti sono invitati a diventare dei modelli di ascolto.
- Non si può non comunicare: tutto ciò che facciamo comunica. Parole, gesti, scritti, video, post sulle reti... Tutto comunica. Ma questo non significa che tutto ciò che pubblichiamo sia ciò che vogliamo davvero comunicare. Spesso si dimentica che, nell’era digitale, tutto ciò che viene pubblicato sul web è pubblico; quindi, è aperto al giudizio e può essere interpretato esattamente nel modo opposto a quello che vorremmo. Ecco perché le offerte di comunicazione devono essere sempre pensate e ben curate.
- Comunicare è educare: un genitore, un insegnante, un maestro, un formatore… è un comunicatore di conoscenze, apprendimenti, esperienze e vissuti che lo hanno aiutato ad essere migliore. Allo stesso modo, quando si comunica qualsiasi informazione o messaggio, bisogna essere sicuri di non commettere errori. Le fake news sono molto comuni al giorno d’oggi. Bisogna evitare il rischio di far parte della massa. Comunicando in modo efficace si guadagnano fiducia e credibilità.
- Comunicare significa creare legami: La tendenza nella gestione dei social media oggi punta alla creazione di comunità digitali, gruppi di persone che condividono interessi comuni o si tengono in contatto attraverso i media digitali. L’azione come educatori e pastori invita ad entrare nell’ambiente digitale e a creare comunità per fare del bene agli altri e per superare la solitudine che l’uso dei media digitali spesso lasciano dietro. Vivendo questo obiettivo, è possibile entrare in maggiore sintonia, per condividere esperienze e generare legami che permettono di sentirsi fratelli e sorelle gli uni degli altri.
La vita e le condizioni attuali costringono ogni giorno ad approfondire le proprie azioni. E in ogni momento bisogna cercare di mettere in pratica le proprie conoscenze ed esperienze per essere educatori-comunicatori. Per approfondire questi temi, il Settore per la Comunicazione Sociale invita a partecipare al Convegno Comunicazione 2024 che si terrà a Roma dal 1° al 7 agosto 2024.
Don Carlos Méndez, SDB
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