Il tema di quest’anno è “La mia salute, un mio diritto” e “sostiene il diritto di tutti, ovunque, di avere accesso ai servizi sanitari, all’istruzione e all’informazione, nonché all’acqua potabile sicura, all’aria pulita, a una buona alimentazione, ad alloggi di qualità, a condizioni di lavoro e ambientali dignitose e alla libertà dalle discriminazioni”.
I salesiani offrono più di 150 dispensari sanitari e ospedali in gran parte delle aree rurali di tutto il mondo che soddisfano una vasta gamma di esigenze di assistenza medica. In molti Paesi con programmi salesiani, cure dentistiche e altri servizi sanitari necessari vengono offerti ai giovani poveri e alle loro famiglie che altrimenti potrebbero non avere accesso all’assistenza sanitaria.
“I salesiani servono la persona nella sua interezza, assicurandosi pertanto che anche i bisogni sanitari siano soddisfatti e questo è particolarmente importante nelle comunità dove ci sono poche risorse - ha affermato il Direttore di ‘Salesian Missions’ don Michael Conway -. I dispensari sanitari salesiani soddisfano una serie di esigenze per la salute, dal fornire esami sanitari preventivi fino alla risoluzione dei problemi sanitari in corso e alla garanzia che tutti abbiano i farmaci di cui necessitano”.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, “Salesian Missions” è orgogliosa di evidenziare i programmi sanitari che forniscono servizi essenziali a coloro che vivono in condizioni di povertà.
Le opere salesiane di Sangradouro e Meruri, in Brasile , hanno ospitato 34 studenti di medicina e medici professionisti della Facoltà di Medicina di Santos (UNILUS). Questa è stata la quindicesima spedizione del Progetto accademico di assistenza alle popolazioni indigene (PAAPI), iniziato nel 2009. Il progetto ha fornito cure e medicine agli indigeni Xavante a Sangradouro e agli indigeni Bororo a Meruri.
Gli studenti, dal primo al terzo anno della facoltà di medicina, sono stati supportati da medici e insegnanti e, insieme ai salesiani, hanno organizzato un centro sanitario e hanno facilitato attività per i bambini.
Mentre la Repubblica Democratica del Congo è ancora alle prese con gli scontri che provocano lo sfollamento di migliaia di persone, i salesiani continuano la loro opera in favore della popolazione. Presso il centro medico “Don Bosco Ngangi” a Goma sono nati tre gemelli. La mamma, 36 anni, si trova presso il “Don Bosco Ngangi” da quando è stata sfollata nel novembre 2022. È fuggita dal villaggio di Kibumba nel territorio di Nyiragongo a nord di Goma con i suoi otto figli. Da allora ha cercato rifugio presso il centro e ha avuto la fortuna di avere un centro medico che l’ha aiutata durante la gravidanza e il parto.
Inizialmente creato per fornire assistenza ai giovani che vivono al “Don Bosco Ngangi”, il centro medico ha successivamente iniziato a fornire servizi di maternità, consulenza, laboratorio, ricovero, prevenzione, farmacia e nutrizione. È stato poi trasformato in un ospedale di emergenza per migliaia di sfollati. L’equipe medica è composta da un medico, un tecnico di laboratorio, un fisioterapista, uno psicologo clinico, due igienisti e cinque infermieri. L’équipe sanitaria fornisce assistenza preventiva e medica a coloro che sono rimasti feriti e si trovano in situazioni di emergenza.
Situata a Freetown, la capitale della Sierra Leone il “Don Bosco Fambul” è una delle principali organizzazioni di assistenza all’infanzia del Paese. È in prima linea negli sforzi per aiutare a salvare le giovani donne che hanno subito abusi e per riabilitare i bambini di strada e riunirli alle loro famiglie.
“Don Bosco Fambul” gestisce un dispensario sanitario che fornisce servizi ai giovani, ufficialmente certificato e verificato come ospedale dal governo della Sierra Leone. Ciò consente alla struttura salesiana di fare ancora di più per la comunità e di espandere i servizi medici alle persone in povertà. Diversi benefattori, poi, hanno fornito l’attrezzatura necessaria per aiutare il centro ad ottenere la certificazione.
L’organizzazione ha anche aumentato i progetti per la sensibilizzazione medica, ospitando specialisti che hanno fornito assistenza medica al nuovo ospedale. Ad esempio, la “ACISS” di Malaga, in Spagna, un’organizzazione partner, ha visitato l’ospedale con un’équipe di medici e ha offerto interventi medici gratuiti.
Infine, in Sudan del Sud, i salesiani della “Don Bosco Health Clinic Gumbo”, situata a Juba, hanno ricevuto il sostegno della “Fondazione Ordesa”, un’organizzazione spagnola, grazie al quale possono disporre di attrezzature e forniture mediche utili per la diagnosi e il trattamento e per consentire ai medici di curare meglio gli sfollati.
La Fondazione Ordesa è impegnata dal 2002 a promuovere il miglioramento delle condizioni di vita, della nutrizione e della salute dei bambini, soprattutto dei neonati, dei lattanti e dei bambini nei primi anni di vita.
In Sudan del Sud, oltre la metà dei 2.300 centri sanitari non funziona e il 44% della popolazione vive a più di cinque chilometri di distanza da un centro di assistenza sanitaria. Il dispensario sanitario “Don Bosco” di Gumbo è nato nel 2012 per la necessità di curare gli sfollati interni, soprattutto i bambini che soffrono di malnutrizione. Con il sostegno che oggi ricevono dalla Fondazione Ordesa, i salesiani possono fornire assistenza ad oltre 87.500 donne, più di 12.000 bambini sotto i 14 anni e quasi 6.000 persone di altre fasce d’età.