Italia – La Festa di Don Bosco a Torino-Valdocco

01 Febbraio 2024

(ANS – Torino) – Ieri, mercoledì 31 gennaio 2024, come da tradizione, è stata una giornata di grande festa a Torino per per la Congregazione Salesiana, la Famiglia Salesiana e tutti gli amici di Don Bosco. La giornata a Valdocco è stata ricca di celebrazioni e, ancora una volta, è stato trasmesso a tutti i fedeli e ai simpatizzanti dell’opera salesiana il modello di testimonianza di fede e di impegno sociale del Padre e Maestro dei Giovani.

Le attività liturgiche sono iniziate già di buon mattino, con la Messa delle ore 7:00 presieduta da don Michele Viviano, Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice; e a seguire, alle 8, quella per i religiosi, presieduta da don Michele Roselli, Vicario Episcopale per la formazione nella Diocesi di Torino e Susa.

In una Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco gremita di ragazzi delle scuole salesiane, alle 9:30 del mattino si è tenuta la Messa presieduta dal Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), don Leonardo Mancini. Il quale, nel rivolgersi ai giovani, nell’omelia l’Ispettore ha spiegato i passaggi per scoprire la propria originalità e rendere la propria vita “un capolavoro”, come quella di Don Bosco, che fu un “gran capolavoro di umanità e di santità”.

Alle ore 11:00 la Basilica ha aperto le sue porte al popolo e alla Famiglia Salesiana intera, per l’Eucaristia presieduta da Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Susa, e animata dai canti della Corale della Basilica. Nell’omelia Mons. Repole, riprendendo la parabola di Gesù, ha spiegato come Don Bosco sia stato e costituisca tuttora “sale della terra”, perché seppe portare la sapienza del Vangelo e dello stile con cui raggiungere i giovani. Un’esperienza la cui radice risiedeva nella trasformazione del cuore avvenuta in tenera età, attraverso il Sogno dei Nove Anni: “Dio ha illuminato il suo cuore nella tenera età, dicendoci che c’è un’intimità del cuore che ci coinvolge sin da quando siamo piccoli, ed è quella trasformazione del cuore che ha permesso nel futuro a Giovanni Bosco di compiere l’opera che ha compiuto” ha affermato l’Arcivescovo di Torino nella circostanza.

Dopo la pausa di metà giornata, le attività sono riprese nel primo pomeriggio con la benedizione dei ragazzi presso l’altare di Don Bosco, l’Adorazione e i Vespri e una nuova Messa per il popolo, presieduta in questa circostanza da don Luigi Ciotti, fondatore del “Gruppo Abele” e dell’Associazione “Libera”.

Probabilmente il momento più atteso di ogni 31 gennaio, almeno da parte dei giovani della Famiglia Salesiana, è stata la celebrazione delle 18:30, dedicata come sempre ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS). In quest’occasione, con il Cardinale Ángel Fernández Artime impegnato in Visita d’Animazione in Brasile, è stato il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, a presiedere la Messa e a rivolgere il suo speciale messaggio ai giovani.

“Questo giorno di gioia e di festa che noi viviamo nel nome di Don Bosco, non è un ricordo nel senso di una memoria, ma un’energia, una condivisione per chiedere al Signore la grazia di imitarlo” ha esordito il Vicario del Rettor Maggiore nell’omelia.

Poi, intrecciando il Sogno dei Nove Anni di Don Bosco – “che guida quest’anno per noi, attraverso la Strenna del Rettor Maggiore” – con la liturgia del giorno, don Martoglio ha ricordato ai ragazzi e alle ragazze in basilica che “Dio ha un sogno positivo per la vita di ciascuno di noi”, e per questo ha messo in guardia: “Non tagliamo fuori Dio dai nostri sogni”.

Il centro della sua riflessione è stato infatti la presenza di Dio, quella presenza divina che Don Bosco chiamava “Provvidenza” e che percepiva e desiderava così tanto, sin da piccolo, da sognarla anche la notte. Perché il Sogno dei Nove Anni, una visione tornata varie volte nel corso della vita del Santo, altro non fu per Don Bosco che “il ricordo della presenza di Dio nella sua vita”.

E in questo sogno – ha aggiunto don Martoglio toccando un altro aspetto centrale di Don Bosco – “il Signore gli dona ‘la maestra’, gli conferma la devozione che gli aveva insegnato sua madre. Perché il Signore si prende cura di noi con la sua presenza, tramite fratelli e sorelle, dei pastori che accompagnano la nostra vita, e attraverso la presenza di Maria”.

“Che Don Bosco ci dono di essere fedeli al sogno di Dio per noi, che è la nostra vocazione, la nostra vita felice, e di farlo ogni giorno della nostra vita” ha, infine, concluso il Vicario del Rettor Maggiore.

L’ultima Eucaristia della giornata è stata quelle delle ore 21, specialmente rivolta ai membri del “Sermig”, il Servizio Missione Giovani, alla presenza del suo fondatore, Ernesto Oliviero.

La lunga giornata si è completata, infine, con la cena e la festa in oratorio per tutti i ragazzi e i giovani.

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