Italia – Don Bosco e gli altri Santi impegnati nel sociale: seconda parte
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12 Gennaio 2024

(ANS – Torino) – Si conclude oggi la presentazione dei cosiddetti “Santi Sociali” di Torino: persone apparentemente comuni, ma in realtà straordinarie, perché hanno vissuto mettendo al primo posto Dio e i loro prossimi più bisognosi, dimenticandosi di se stessi. Proprio per questa comunanza di attitudini e per la compresenza più o meno nello stesso periodo nella stessa area geografia, molto di loro si sono conosciuti direttamente e hanno cooperato – o quanto meno, hanno condiviso un pezzo di strada – assieme. E per questo molti di essi sono anche ricordati, con tanto di cimeli e pannelli, nel “Museo Casa Don Bosco” di Torino-Valdocco.

San Giuseppe Cafasso assiste i condannati fino alla forca

Nasce a Castelnuovo d’Asti, lo stesso paese natale di san Giovanni Bosco, il 15 gennaio 1811.

La sua è una famiglia contadina e la profonda fede dei genitori si trasmette al figlio che a 22 anni è ordinato sacerdote. Quattro mesi più tardi entra nel Convitto ecclesiastico di San Francesco, a Torino.

Insegnante di teologia morale prima, direttore spirituale dopo e infine rettore, trasmette ai futuri sacerdoti la sua fede, ma non solo.

Da sempre attento agli ultimi, si dedica ai carcerati, che visita nei fatiscenti istituti penitenziari.

Viene soprannominato il “prete della forca” perché accompagna spesso i condannati fino al patibolo confortandoli sino alla fine.

Muore il 23 giugno 1860: il 22 giugno 1947 Papa Pio XII lo dichiara santo.

Beato Francesco Faà di Bruno istituisce “i fornelli economici”

Prima di indossare la tonaca, Francesco Faà di Bruno vive una vita molto intensa.

Nato ad Alessandria il 29 marzo 1825 in un’importante famiglia nobile, nel 1840 entra nell’Accademia militare di Torino, dando il via a una brillante carriera come ufficiale fino a essere nominato Capitano di Stato Maggiore.

Lasciato l’esercito, la passione per la scienza lo porta a laurearsi in matematica presso la prestigiosa università “Sorbona di Parigi” e nel 1857 diventa professore di matematica e astronomia all’Università di Torino.

Uomo di fede, si dedica ai più poveri e, in particolar modo, alle donne, dando vita a una casa per ragazze madri e fondando la congregazione delle suore Minime di Nostra Signora del Suffragio.

Sue le iniziative dei fornelli economici (per distribuire a modico prezzo pasti caldi ai lavoratori), della biblioteca mutua circolante (prestito dei libri esteso a tutta l’Italia) e dei lavatoi pubblici.

Decide di abbracciare la vita ecclesiale nel 1876. Muore il 27 marzo 1888 e Papa Giovanni Paolo II lo nomina beato nel 1988.

San Giuseppe Marello regala una casa di riposo agli anziani bisognosi

Nato a Torino il 26 dicembre 1844, Giuseppe Marello perde la madre a 3 anni e con il padre e il fratello si trasferisce a San Martino Alfieri (Asti). A 12 anni entra in seminario ad Asti: dopo una breve pausa di ripensamento durante la quale torna a Torino per intraprendere studi tecnico-commerciali, ritorna in seminario e viene ordinato sacerdote nel 1868, assumendo la carica di segretario del vescovo di Asti Carlo Savio.

Nel 1878 fonda la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe. Nominato vescovo di Acqui (Alessandria) nel 1889, si spende per aiutare i giovani accolti in parrocchia.

Doveva essere una scuola di formazione accogliente affinché i ragazzi potessero diventare “dei buoni cristiani e degli onesti cittadini”.

Non da meno è il suo intervento in favore degli anziani bisognosi, per i quali si fa carico di una casa di riposo.

Muore il 30 maggio 1895 a soli 50 anni e viene canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2001.

Il Beato Giuseppe Allamano inaugura un centro missionario

Giuseppe Allamano nasce a Castelnuovo d’Asti il 21 gennaio 1851: è parente e allievo di un santo, suo zio, che è infatti san Giuseppe Cafasso.

Studia presso l’oratorio di san Giovanni Bosco a Valdocco (Torino). Ordinato sacerdote nel 1873 e laureatosi in teologia presso la Pontificia facoltà teologica di Torino, quattro anni dopo, nel 1880 diventa rettore del Santuario della Consolata di Torino.

Desideroso di portare la Parola di Dio e aiuti concreti alle popolazioni più povere nel mondo, nel 1901 fonda l’“Istituto missioni Consolata”, che l’anno successivo invia 4 missionari in Kenya.

Nel 1910 dà vita alle “Suore missionarie della Consolata”.

Fedele alla sua massima “il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore”, si adopera per sensibilizzare la Chiesa e la società sulle attività dei missionari, chiedendo che venga istituita ufficialmente una giornata dedicata a essi (verrà esaudito nel 1926 da Papa Pio XI).

Muore il 16 febbraio 1926 e beatificato il 7 ottobre 1990 da Papa Giovanni Paolo II.

Beato Pier Giorgio Frassati: da ricco dona tutto ai poveri

Figlio di Alfredo Frassati, direttore del quotidiano “La Stampa” e senatore, e della pittrice Adelaide Ametis, Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901.

Dopo il diploma al liceo classico nel 1818, si iscrive al Politecnico di Torino, scegliendo ingegneria meccanica con specializzazione in mineraria. A chi gli chiede il motivo di tale scelta, Pier Giorgio risponde che vuole studiare per aiutare a migliorare le condizioni di lavoro dei minatori.

La sua profonda fede lo porta a iscriversi alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e a collaborare assiduamente con l’organizzazione caritativa cattolica Conferenza di San Vincenzo.

La sua disponibilità economica è messa completamente al servizio dei bisognosi e spesso rimane senza soldi perché dona tutto ai poveri.

Nel 1922 la sua devozione lo porta ad entrare come laico (terziario) nell’ordine dei domenicani incrementando maggiormente il suo impegno nell’assistenza dei poveri.

Colpito da poliomielite fulminante, muore il 4 luglio 1925. Viene beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.

Fonte: rivista Airone

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