RMG – I missionari della 154a Spedizione Missionaria Salesiana: il chierico David Broon, dall’India (INT) all’Albania (IME)

(ANS – Roma) – La vocazione missionaria può comparire in vari momenti della vita. Nel caso di David Broon, salesiano indiano ancora in formazione, è stata una chiamata apparsa sin dalla prima giovinezza. Ecco perché ora è felicissimo di partire missionario e di raggiungere un Paese ben lontano dal suo: l’Albania.

Puoi presentarti?

Sono David Broon, indiano. Vengo dalla parte meridionale dell’India, in un villaggio costiero di Valavilai. Sono l’ultimo di quattro figli. I salesiani mi hanno ispirato molto in tutte le nostre attività parrocchiali. Ho iniziato il mio percorso con i salesiani nel 2011, come studente del nono anno. La parte più bella della mia vita è iniziata nel 2017, quando sono diventato membro della Congregazione salesiana. Vengo dall’Ispettoria di Tiruchy (INT), che mi ha sostenuto in questo bellissimo viaggio. L’aspetto missionario mi ha ispirato molto fin dall’inizio. E nella fase della mia formazione come tirocinante, sono contento di partire per la missione ad gentes.

Cosa ti ha spinto a fare questa scelta di diventare missionario?

Vengo da un ambiente di devozione cattolica, dove i valori religiosi sono profondamente rispettati. Per tutta la vita ho avuto grande stima dei sacerdoti e li ho guardati come modelli. Nella mia infanzia, aspiravo a diventare sacerdote e sono stato profondamente toccato dalle loro storie.

Inoltre, le storie dei martiri che hanno dato la vita per Cristo mi hanno sempre commosso profondamente. Ispirato dal loro impegno, ho deciso di unirmi ai Salesiani: in particolare mi ha attirarto la loro dedizione ai giovani. In quel periodo ho avuto il privilegio di sentire parlare di missionari salesiani che avevano lasciato i loro cari per servire i giovani in Paesi di missione lontani. Le loro storie hanno piantato in me il seme della vocazione missionaria. Questo desiderio si è rafforzato quando, durante la mia formazione, sono stato inviato ad Arabegama, Kotadenyawa e Ahungalla, nello Sri Lanka, il che mi ha fornito una solida base nel lavoro missionario e un profondo senso del proposito di diventare missionario.

Sei felice del luogo in cui stai per andare? Hai qualche timore o preoccupazione riguardo alla tua destinazione, alla cultura e alle persone?

Credo che un missionario sia una persona che non sceglie un luogo specifico, ma che diffonde l'amore di Dio ovunque venga mandato. Mi è stato chiesto di andare in Albania e sono entusiasta per due motivi. Innanzitutto, si tratta di un Paese di missione, dove la gente ha sopportato persecuzioni sotto il dominio ottomano e un regime comunista. In secondo luogo, è un luogo che è stato evangelizzato da San Paolo. Ringrazio Dio per avermi scelto e mandato in questa bellissima destinazione. Mi offro umilmente al Signore, riconoscendo di essere un servo indegno, scelto come suo messaggero. Non ho particolari timori o riserve riguardo al nuovo luogo, alla cultura o all’ambiente, perché sono fiducioso che Dio, che rende possibile l’impossibile, è con me.

Come hanno reagito familiari, amici e confratelli quando hai detto loro della tua vocazione missionaria?

Erano tutti a conoscenza della mia opzione missionaria già dai tempi dell’aspirantato. Quando ho espresso il mio desiderio di diventare missionario, la mia mamma mi ha incoraggiato a procedere e a realizzare il piano di Dio per la mia vita.

Quali sono i tuoi progetti e i tuoi sogni sulla vita missionaria?

Aspiro a rimanere un umile strumento nelle mani del mio Signore e ad affidarmi completamente a Lui, che mi conosce meglio di tutti. La mia speranza e la mia preghiera sono di rimanere fedele alla mia chiamata con uno spirito gioioso, e di ispirare speranza nelle persone che incontro nella mia vita quotidiana. Sono determinato a superare con la grazia di Dio ogni barriera che mi si presenterà, in particolare imparando le lingue, cioè l’italiano e l'albanese, per entrare meglio in contatto con le persone che servirò.

Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vuoi imitare lo stile?

Don Joseph Giaime SDB, un esperto missionario italiano, che è stato il mio confessore durante il mio periodo di noviziato in Sri Lanka. Ha lasciato la sua patria come sacerdote e si è dedicato al lavoro missionario in vari Paesi, tra cui Bhutan, Filippine, Papua Nuova Guinea, Tanzania e Nigeria. Era un uomo di preghiera, di semplicità e di duro lavoro, sempre disponibile in ogni modo possibile a contribuire al miglioramento della comunità. Il suo esempio è stato per me di grande ispirazione per approfondire la mia vocazione missionaria.

Qual è il tuo messaggio ai giovani in merito alla scelta missionaria e alla vocazione?

La vocazione missionaria è un dono meraviglioso di Dio, una chiamata ad essere strumento e messaggero del suo amore. Per questo, chi sente questa vocazione non deve avere paura o scoraggiarsi, ma deve coltivarla riponendo piena fiducia in Dio.

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