Il riconoscimento è stato ricevuto dal Direttore Generale del “Proyecto Salesiano Tijuana A.C.”, don Agustín Novoa Leyva SDB, che ha sottolineato alle autorità statali e federali il lavoro che il refettorio “Padre Chava” svolge per le persone più vulnerabili della città, in particolare per quelle coinvolte nei processi di mobilità – migranti e rifugiati.
Nell’occasione don Novoa Leyva ha evidenziato e difeso il diritto alla salute di tutte le persone, un diritto che spesso viene disatteso per chi appartiene ai settori più svantaggiati della città, come gli anziani, i disabili, i più poveri e soprattutto i migranti.
Il salesiano ha anche ricordato come ogni centro salesiano presente a Tijuana sia un luogo che, oltre a costituire un’oasi di pace in un contesto fortemente marcato dalla violenza, è anche un luogo in cui ogni essere umano può trovare sin da subito accoglienza, attenzione e cura integrale, secondo lo stile e la familiarità che la Famiglia Salesiana ha ereditato dal suo fondatore, Don Bosco.
“Come opera salesiana, presente su questa frontiera, che per noi è terra di missione, ci sentiamo ogni giorno sempre di più impegnati nella causa della difesa dei Diritti Umani, in una prospettiva chiaramente evangelica” ha concluso il Direttore del “Proyecto Salesiano Tijuana A.C.”.
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