Guatemala – Don Coelho: “Imparare a vivere e crescere come salesiani consacrati in un mondo totalmente digitale è una sfida formidabile”

(ANS – Città del Guatemala) – Don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, ha visitato nelle passate settimane le case di formazione dell’Ispettoria del Centro America (CAM). Nell’occasione ha rilasciato un’intervista al Bollettino Salesiano locale, nel quale ha parlato della sua visione sulla realtà della formazione salesiana nell’Ispettoria CAM, ma anche di temi d’interesse generale, come la formazione dei formatori, le sfide della formazione iniziale odierna, l’importanza della formazione alla comunicazione dei giovani salesiani e la bellezza della vocazione salesiana.

Che impressione si è fatto delle case di formazione salesiane in Guatemala?

Insieme a don Francisco Santos, ho visitato il Teologato, il Postnoviziato, il Prenoviziato e il CRESCO, e ora parto con una buona impressione, piena di speranza. Dio ci ha benedetto con buoni giovani in formazione. Ho trovato un’atmosfera positiva, e i nostri dialoghi sono stati estremamente interessanti, aperti e onesti. Sono rimasto particolarmente colpito dalla qualità dei giovani del Prenoviziato, che hanno scelto di discernere la vocazione salesiana.

Abbiamo anche dialogato con i formatori delle diverse case e con l’Ispettore e il suo Consiglio, e in queste occasioni abbiamo ringraziato i formatori e i responsabili del servizio della Formazione, e gli abbiamo anche consegnato le nostre impressioni e raccomandazioni.

Qual è la principale sfida di queste case di formazione?

La sfida principale è la formazione dei formatori. È stato interessante vedere che questo aspetto è stato richiesto sia dai giovani in formazione iniziale, sia dagli stessi formatori. In generale, la Congregazione Salesiana ha imparato a preparare gli insegnanti, gli educatori, ma sta ancora imparando a preparare i suoi formatori. Eppure, questo servizio - quello di essere guide della Formazione - è davvero delicato! È vero che abbiamo sempre trovato buoni formatori, formatori “nati”, come si dice. Ma è anche vero che chi nasce con un dono per la matematica, o l’arte, o il calcio, può migliorare esponenzialmente solo con il giusto allenamento. E questo è vero anche nel campo della Formazione. Abbiamo davanti a noi - e questo vale non solo per l’Ispettoria CAM, ma per tutta la Congregazione - il grande e delicato compito di preparare guide della Formazione, e non si tratta solo di teoria, ma anche di apprendimento esperienziale delle competenze e delle attitudini necessarie, e soprattutto della volontà di crescere come persone e come salesiani.

In generale, cosa ne pensa dell’ambiente salesiano in questa Ispettoria?

Sono rimasto impressionato dall’ospitalità e dalla cordialità che abbiamo sperimentato ovunque. Viaggiare per il mondo e incontrare confratelli dappertutto, cosa c’è di più bello di questo? E la fraternità non è qualcosa di marginale: è nel cuore stesso della nostra fede, perché quando diciamo “Padre nostro” stiamo proclamando allo stesso tempo che tutti noi, suoi figli, siamo fratelli e sorelle.

Quali sono le sfide della formazione iniziale salesiana in quest’epoca in cui i giovani hanno nuovi modelli di comunicazione?

Imparare a vivere e crescere come salesiani consacrati in un mondo totalmente digitale è una sfida formidabile. Letteralmente, il mondo è ora a portata di mano, e dobbiamo imparare a vivere ed essere discepoli e apostoli in questo mondo. E questo apprendimento non può essere il frutto di regole e controlli imposti dal fuori, quanto piuttosto il frutto dell’educazione, della formazione nel senso migliore della parola. I formatori devono padroneggiare l’arte di raggiungere il cuore, di guadagnarsi la fiducia, di creare quello spazio in cui i giovani in formazione osano aprire il loro cuore. Solo in questo modo, quando si raggiunge il livello delle convinzioni, degli atteggiamenti e delle motivazioni, può avvenire una vera crescita. Ed è lì che sentiamo la voce del Signore, è lì che sperimentiamo anche i molti tira e molla di tutto ciò che ci circonda.

Che messaggio ha per i giovani salesiani in formazione e per quei giovani che sperimentano un’inquietudine vocazionale? 

È meraviglioso vedere come, nel nostro mondo secolarizzato e digitalizzato, il Signore continui a lavorare silenziosamente e a toccare il cuore dei giovani, chiamandoli alla vita consacrata salesiana. Ai nostri candidati e ai giovani salesiani auguro tanta gioia nello scoprire e seguire la loro chiamata, e auguro loro molta gioia nel dare la loro vita e tutto ciò che hanno al servizio dei giovani poveri. Non dimenticate mai che siamo nati per essere servitori dei giovani poveri e a rischio! Non perdete il vostro entusiasmo iniziale, mantenete viva la fiamma! E credete che davvero il Signore è sempre presente e attivo in tutte le esperienze della vita: in quelle belle e anche in quelle che a prima vista non sembrano né buone, né utili. Non posso che concludere con quelle belle parole di Don Bosco: “Per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo, per voi sono pronto anche a dare la vita!”.

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