Ogni anno, dopo la sua morte, lo si ricorda con diverse iniziative e manifestazioni, come: l’anniversario della nascita in cielo, l’anniversario della croce, il mini-mondiale; realizzate per dare eco al messaggio di speranza, che lui divulgava in modo eccezionale durante la sua vita, con: libri, poesie, lettere, incontri e testimonianze.
La sua era una missione per dare lode a Dio aiutando gli altri, nel suo primo libro Dalla sofferenza alla gioia, scriveva: “Tanta gente pensa solo a divertirsi, pensa solo a se stessa e mai a chi ha bisogno”.
Non lo comprese subito, ma nonostante la sofferenza, si è lasciato plasmare e modellare, divenendo strumento di aiuto per quanti incontrava.
Nino è una figura cara a tante persone, conosciuto in ogni parte del mondo. In ognuno lasciava una traccia indelebile, un messaggio di speranza. Una persona dal cuore grande come la sabbia del mare, degno discepolo di Don Bosco, nella sofferenza fisica è riuscito a trovare, grazie alla fede, una forza grande. “Ancora una volta il Signore mi aveva aiutato, mi aveva lasciato in vita forse servivo ad uno scopo” (Dalla sofferenza alla gioia, 40).
Seppur nella sofferenza fisica, riusciva a dare forza e coraggio a quanti lo cercavano, non ha pensato più a se stesso, ma agli altri, secondo le sue possibilità. In un pensiero scriveva “il mio cuore ha sofferto tanto a causa di questa disgrazia che mi costringe a rimanere immobile su una sedia a rotelle per tutta la vita. Però, in compenso, ho ritrovato me stesso. Con il Signore ho conosciuto la pace interiore e la gioia vera. Con il Signore ho capito finalmente il vero senso della vita. La vita è sempre un dono meraviglioso ed inestimabile!” (Dalla sofferenza alla gioia, 105).
Chiunque andava da lui veniva accolto con gioia, andava pensando di dare conforto a Nino, ma invece riceveva tanta forza, che il servo di Dio attingeva dal suo rapporto personale e orante con Dio. Un rapporto filiale tra la creatura e il Creatore, con momenti gioiosi e meno. “Attraverso la sofferenza ho capito quanto Dio mi ama. Soffrire, offrire, amare. Questo è diventato il mio motto. La sofferenza ci avvicina a Dio. L’offrire con amore ci apre le porte del cielo. L’amore ci fa vivere la Vita eterna” (Dalla sofferenza alla gioia, 115).
Nino con il suo esempio e la sua forza aiutava, aiuta e aiuterà a capire che i limiti fisici sono superabili, che non possono prevalere sulla persona, perché se c’è l’amore di chi ti vuole bene e se c’è la forza della fede tutto ha un senso, e niente può essere fermato. “La croce è pesante – scriveva Nino – quando si è soli a portarla, ma diventa dolce e leggera se è sorretta da tanti” (In cammino verso la luce, 9).
Nino ha vissuto la sua vita fino in fondo, non dando tanto peso alla sua condizione fisica, per lui la sofferenza è stato un tesoro di inestimabile valore, che gli ha indicato la via di salvezza. «Pur restando in un letto, il Signore mi fa camminare per il mondo, mi fa abbracciare il mondo intero» (Dalla sofferenza alla gioia, 109).
Nino è stato l’esempio tangibile di amore per il mondo, ha sperimentato il dolore, ma è riuscito a trasformarlo, contagiando con il suo amore e la sua gioia chiunque incontrasse. Un persona dalla profonda umanità, fatta di semplicità e di piccole cose. La sua conversione è un esempio per tutti, credenti e non, perché dal dolore fisico ci si può rialzare per continuare ad amare e non ad odiare.
Pierpaolo Galota
Fonte: Radio RTM