Italia – CG28, Cardinale Rodríguez Maradiaga, SDB: “Siamo chiamati a servire i giovani poveri e abbandonati con amore”

(ANS – Torino) – Sabato 22 febbraio ha avuto luogo l’apertura ufficiale del 28° Capitolo Generale, al quale sono stati invitati salesiani vescovi e cardinali del mondo. Tra coloro che sono arrivati a Torino-Valdocco c’era anche il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, SDB che, oltre ad avere un cuore riconoscente per la “Madre Congregazione”, come ha dichiarato nella sua intervista, è uno dei membri del “Consiglio dei Cardinali” di Papa Francesco. Nell’intervista, realizzata da Antonio Labanca, il cardinale intravede un futuro entusiasmante.

Signor cardinale, grazie mille per questo tempo e per questa intervista…

Grazie a voi. È una grazia speciale per me essere a Valdocco. Venire nella Casa Madre e stare vicino a Don Bosco e ai piedi di Maria Ausiliatrice è il sogno sempre desiderato da ogni salesiano.

Eminenza, lei ha partecipato all’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla gioventù. Cosa ci dice questo Sinodo oggi al CG28?

Il Sinodo è un messaggio chiaro per una rinnovata pastorale che porta ad un incontro personale con Gesù Cristo. Si va comprendendo sempre di più che la Pastorale non è una questione di “fare cose”, ma di incontrare Cristo nella propria vita. E Cristo vive in mezzo ai giovani, nei giovani, e l’incontro con Lui è la chiave per una nuova pastorale giovanile.

Cosa significa per lei proclamare Gesù Cristo?

Ciò che proclamo è ciò che vivo. Penso che la frase “Guai a me se non annuncio il Vangelo” sia un richiamo a noi pastori dei giovani. Dobbiamo rinnovare il nostro cuore ed è bello che questo CG28 si svolga sui Luoghi Salesiani. Don Bosco viveva per i giovani e il suo cuore batteva per i giovani e diceva loro: “Ho promesso che fino all’ultimo respiro della mia vita sarà per voi”.

Dove bisogna migliorare, crescere e maturare nella missione congiunta tra salesiani e laici?

Il laico di oggi ha capito il bisogno di formazione. In passato si pensava che per i laici bastasse un po’ di catechismo. No, no… I laici devono essere formati. Chiedono una formazione per avere un lavoro più profondo in mezzo alla missione condivisa con i Salesiani. Don Bosco, con la sua visione lanciata verso grandi obiettivi, lo aveva già capito, quando, conformemente ai criteri del suo tempo, formò i Salesiani Cooperatori.

Cosa raccomanderebbe ai giovani salesiani?

Quando uno inizia la sua vita salesiana, la prima cosa che vuole è conoscere Gesù e ogni giorno conoscere meglio Don Bosco. Gesù lo si conosce attraverso la sua Parola. In secondo luogo, amando. Colui che conosce e ama, serve. Siamo chiamati a servire, con amore, i giovani poveri e abbandonati.

L’intervista integrale è disponibile in italiano e spagnolo su ANSChannel.

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