Da qualsiasi punto di vista la si guardi, si tratta di un fatto senza precedenti in quanto ha mobilitato in modo globale e unitario tutti gli strati sociali alla ricerca di un unico sogno: un Cile più solidale, con una maggiore giustizia sociale.
I giovani del Movimento Giovanile Salesiano, insieme ai giovani della Chiesa di Santiago, provenienti da diverse aree pastorali, hanno creato uno spazio per riflettere su questa fase sociale del Cile, sulle cause, le conseguenze e le prospettive future, e soprattutto sul ruolo dei giovani cattolici nell’intero processo che si svolgerà nel Paese.
Così, in un incontro tenutosi sabato 16 novembre a Santiago, ci sono state testimonianze ed esperienze di giovani, che hanno condiviso anche i loro sogni e progetti per continuare a camminare nella costruzione del Paese.
Sotto il motto “Il Cile che sogniamo”, gli incontri continueranno ancora, per favorire il dialogo, la riflessione e il discernimento tra i giovani. In questa occasione ci sono state proposte relative a “una nuova pastorale per il Cile di oggi”, “l’impegno socio-politico dei giovani cristiani”, “l’importanza della preghiera”, “la formazione permanente in una chiave di maturità della fede” e “l’apertura di spazi di dialogo e discernimento insieme” tutti temi che saranno sviluppati ulteriormente, invitando anche chi, di diversa spiritualità, voglia contribuire.
Si tratta di un ampio movimento che coinvolge anche altre opere salesiane del Paese. Ad esempio già sabato 9 novembre, nell’opera salesiana ad Alameda, più di 400 giovani avevano tenuto un incontro denominato “Il Cile che desidero”, in cui analogamente si è discusso sull'origine e sulle forme di soluzione dell'attuale crisi politico-sociale.
E così anche i salesiani della città di La Serena hanno tenuto giornate di riflessione in cui gli educatori hanno affrontato il tema per discuterlo con gli studenti in classe e hanno sviluppato un Piano di Contenimento Emotivo, in cui tutti possono esprimere i loro sentimenti e riflettere su quest’esplosione sociale.
“Il Cile si è svegliato trovandosi di fronte la vita ingiusta che abbiamo vissuto, a livello politico, economico, sanitario ed educativo. Dobbiamo tirar fuori il lato positivo, non rimanere con il lato negativo. Sempre con un atteggiamento cristiano, perché non possiamo unirci ai saccheggi o alle rapine. Come pensò Don Bosco per tutta la sua Famiglia Salesiana, confidiamo nei nostri giovani, protagonisti della nostra educazione, per farne buoni cristiani e per condurli ad essere onesti cittadini. Dobbiamo pregare per quello che sta accadendo, perché Dio ci aiuti e ci rafforzi, perché il Cile sia un paradiso dove possiamo vivere in pace e uguaglianza”, ha sottolineato Guido Torres, insegnante di religione e segretario pastorale.
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