Gli ospiti intervenuti alla tavola rotonda hanno introdotto ed ispirato i lavori delle due giornate: padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, fondatore della “Missionary Service News Agency” (MISNA) e ora Direttore di “Popoli e Missione” e “Il ponte d’oro”; e la prof.ssa Rita Marchetti, docente di Teorie e tecniche dei media digitali presso l’Università di Perugia.
Padre Albanese ha invitato i presenti ad essere attenti e consapevoli comunicatori: “nonostante il potere e la forza dell’informazione non sappiamo quasi niente del villaggio globale. Le informazioni che ci giungono sono pilotate e riguardano un mainstream autoreferenziale, non sempre rispettoso della realtà e delle diversità. Occupandomi di giornalismo e aprendomi alle reti sociali ho scoperto quanto sia vero che la comunicazione è missione e la missione è comunicazione!”.
Quindi ha focalizzato il binomio comunicazione-missione da un punto di vista teologico: “Gesù è la parola di Dio che realizza ciò che annuncia (dabàr), è lui la buona notizia di Dio per noi. Noi siamo chiamati ad annunciare, comunicare questo accadimento!”.
La prof.ssa Marchetti ha poi dimostrato come la Chiesa sia una realtà pienamente notiziabile. L’avvento delle reti sociali ha offerto alla Chiesa la possibilità di moltiplicare i suoi comunicatori: sono migliaia gli utenti, giovani, ma anche anziani, che operano nella rete. Condizione necessaria, però, è una sana e corretta web reputation, costruita sui valori del Vangelo.
Il tema “comunicazione e misericordia” è stato poi approfondito da diverse prospettive nelle sessioni parallele: tra i profughi in Grecia; nelle periferie romane; tra i rifugiati accolti a Roma; tra i detenuti; e tra le vittime della tratta.
La seconda giornata è stata dedicata prevalentemente ai laboratori che, attraverso la media analysis, hanno aiutato i partecipanti a comprendere come i media tradizionali, il teatro, l’arte e la comunicazione umana possono comunicare la misericordia.
Tra le consegne conclusive di don Filiberto Gonzalez, Consigliere generale per la Comunicazione Sociale, c’è stato l’invito ai giovani in formazione della Famiglia Salesiana ad essere saggi educatori e arditi apostoli dei giovani, come lo fu Don Bosco.