Dopo la vittoria dei mondiali di robotica conseguita il 20 aprile scorso a Houston, Texas, nella quale hanno sopravanzato le 108 squadre finaliste con il massimo del punteggio in tutte le categorie (progetto scientifico, innovazione, capacità di presentazione e team working), in questo nuovo concorso - il più prestigioso in assoluto - le giurie tecniche hanno valutato la congruenza tecnico-scientifica, la fattibilità, l’utilità e la novità dell’invenzione, pensata per provvedere al lavaggio dei vestiti degli astronauti in assenza di gravità e senza acqua.
In poche parole, il passaggio tra il campionato mondiale di robotica ed il “Global Innovation Award” è da “progetto” a “invenzione vera e propria” prototipata.
Le squadre concorrenti erano 40.000, e solo 20 in tutto il mondo sono state selezionale per la finale californiana, celebrata il 2 luglio scorso a San José. Vincitori del concorso sono stati i “Franco Droid”, una squadra brasiliana che ha realizzato una soluzione a servizio delle astronaute donne per evitare infezioni nell’astronave; mentre ex-aequo con la “lavatrice spaziale” è arrivato il progetto “Growing Food”, di una squadra americana del Maryland, relativo alla coltivazione di verdure per gli astronauti.
L’iDB Tech-No-Logic Team è composto da 5 studenti e 3 studentesse di 4° Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate (Pietro Formenti, Pietro Fornalè, Beatrice Ligozzi, Alessio Montignani, Filippo Oliosi, Camilla Salvagno, Paolo Venturini e Maddalena Zuccato), guidati dal prof. Luca Zanetti, coadiuvato da altri due insegnanti (Anna Baruzzi e Andrea Materassi). Il risultato, certamente dovuto al genio e all’impegno degli allievi, è stato altrettanto certamente favorito dall’impostazione e dal sostegno della scuola che ha messo a loro disposizione risorse umane, ambienti e tecnologie anche al di fuori dei normali orari di lezione e dei tradizionali curricula formativi ministeriali.