di Antonio Labanca
Maria è a fianco dei suoi figli: questo il messaggio che Don Bosco ha voluto ricordare con la devozione alla Madre della Chiesa, posta a fondamento della Famiglia Salesiana da lui fondata. Lo ha fatto a partire dalla sua personale esperienza, lui che ha pregato tante volte Maria per venire fuori dai debiti, dalle minacce, dall’indifferenza. Ma la decisione di dedicare all’Ausiliatrice la Basilica - che ha costruito mattone su mattone con l’aiuto dei fedeli - nasce anche da un’osservazione puntuale del percorso storico della Chiesa.
È infatti la tessera principale del grande mosaico - che ancora adesso si sta costruendo in tutto il mondo grazie ai missionari - quella precisa convinzione teologica e pastorale che ha guidato la formazione e l’azione del giovane prete di Castelnuovo: Maria è presente nella Storia e, se l’umanità ne vuole vedere l’effetto, può aprire gli occhi della fede e toccarlo con mano. Sono le grazie personali che vengono da Dio Padre e delle quali Ella è il tramite, l’insistente peroratrice come quando a Cana chiese al Figlio di provvedere a rallegrare la festa degli sposi. Ma è anche la grazia diffusa che sostiene i fedeli nella loro testimonianza della resurrezione, che rinvigorisce la carità, che tiene viva la speranza nel bene, come succedeva nel Cenacolo con gli apostoli ricolmati dallo Spirito Santo.
La dimensione individuale, confidente, del rapporto con Maria non è mai scissa da quella comunitaria, corresponsabile dell’intera Chiesa. La quale ciclicamente - o sarebbe meglio dire costantemente - è sottoposta alle domande della attualità di ogni tempo.
Lo sguardo di Don Bosco, capace di fare una sintesi storica, vedeva ricorrere nel suo tempo gli estremi di una “crisi” che umanamente avrebbe potuto veder naufragare la cattolicità. Ideologie, guerre, povertà diffusa, trasformazioni tecnologiche, economiche e sociali stavano ponendo domande “pesanti” alla fede cristiana. Occorreva dare risposte. La sua certezza risiedeva nella natura spirituale della Chiesa, che in quanto tale sarebbe stata sempre salvata dalle mareggiate e dagli scogli in cui sarebbe potuto incappare. Consapevole al contempo che la Chiesa vive nel tempo, che è fatta di donne e di uomini che si misurano con lo spirito e con la carne, la necessità era ed è quella di attuare delle azioni che ne permettano la vita e la serena espressione del loro Credo.
L’eroismo quotidiano del christifidele - quando c’è - nasce da una profonda unione con Gesù. Così come il coraggio e la capacità di resistenza del Popolo di Dio nel suo insieme – quando si manifesta – si fonda sulla fedeltà a Lui. Maria è assolutamente interessata a questa relazione e la rafforza come le è dato di fare: in quanto madre di Gesù e in quanto madre della Chiesa. Il suo primo aiuto è proprio quello di renderci realmente seguaci del Maestro, sacerdoti della sua redenzione, costruttori del suo Regno. In poche parole, di “essere davvero cristiani”. Il resto viene dopo: l’aiuto nelle difficoltà, la capacità di soccorso verso i deboli, la gioiosa celebrazione della liturgia.
Se l’ausilio fondamentale è quello che ci soccorre per essere autentici discepoli, gli altri ausilii sono destinati a sostenere questo dono e questo impegno soprattutto quando incontrano l’ostilità più manifesta del Male. Don Bosco ripercorse la storia dei credenti e osservò che nei momenti più drammatici è sempre arrivato un aiuto straordinario - di origine soprannaturale - che ha salvaguardato l’essenza della Chiesa. Lui trovò alcuni punti di snodo in eventi di forte violenza, come la battaglia di Lepanto e quella di Vienna, o il ripristino dell’ordine europeo dopo l’ondata imperialista di Napoleone.
Non dobbiamo però legare alla Storia il nome dell’Ausiliatrice come se fosse quello di un’armata militare in campo o di una potenza schierata sullo scacchiere geopolitico. L’origine dell’appellativo di Maria ha origine nella mitezza delle prime comunità di fedeli radunate ad Antiochia, a Efeso, ad Alessandria, ad Atene. Passa attraverso la consapevolezza che Ella dispensa le sue grazie soprattutto a chi si presenta a Lei povero e mite. C’è un particolare, nel quadro di Maria Ausiliatrice a Valdocco, che è la Basilica di Superga che si erge sul panorama della città: anch’essa memoria di una guerra alla quale i Torinesi sono legati. La Madonna che si ricorda in quel tempio è la “Vergine delle Grazie”, ossia la dispensatrice di sostegno spirituale e umano alla vita del cristiano. La “stessa” che Don Bosco incontrò in Spagna, a Barcellona, dove ha radice l’ordine dei Mercedari, monaci che si offrivano per sostituire i prigionieri di guerra e per farli tornare alle loro famiglie professando liberamente la fede cristiana. Don Bosco probabilmente desiderò che i suoi Figli fossero come i mercedari, attori di una lotta alle diverse forme di schiavitù - di carattere politico, sociale e psicologico - delle quali sono prime vittime i giovani.
Siamo certi che Maria Ausiliatrice abbia una cura speciale per questi figli, eroi di oggi.