Sudan del Sud – Lavorare per la pace, lavorare per l’educazione

01 Ottobre 2018

(ANS – Juba) – Nonostante lo scorso 12 settembre i leader politici sud-sudanesi abbiano firmato il documento finale degli accordi di pace, tra la gente regna ancora lo scetticismo. Spesso, già in passato, i diversi accordi firmati sono rimasti lettera morta e le condizioni di vita delle persone sono peggiorate. In attesa di vedere che piega prenderanno gli eventi, i Salesiani continuano a fare quello che fanno sempre, in tempi di quiete o di pericolo: educare i giovani, particolarmente i più bisognosi.

Come ha osservato il vescovo di Barani, mons. Eduardo Hiiboro Kussala, sull’accordo pesano “una certa mancanza di trasparenza e l’esclusione di altre parti interessate dal processo”. L’andamento delle relazioni con gli Stati confinanti, in cui si innestano aspetti molto delicati a riguardo della tolleranza religiosa, è un altro dato che condiziona pesantemente la condizione del Sudan del Sud.

Il Salesiano Coadiutore Giacomo (Jim) Comino spera anche lui di poter vedere la pace spiccare il volo. Ma non resta fermo ad aspettare: conosce da decenni la fatica di costruire iniziative di sviluppo e di formazione affinché i giovani prendano in mano il loro futuro. “Siamo impegnati ad aiutare i rifugiati attraverso attività di riconciliazione e percorsi spirituali per ottenere la pace fra le diverse tribù” spiega in una lettera. “Cerchiamo di dare ispirazione e speranza per un futuro più umano, vivendo lo spirito cristiano”.

Oltre a questo c’è il soccorso immediato per i bisognosi, “una corsa disperata contro il tempo” come la descrive il salesiano. E al contempo si attivano progetti agricoli per vivere ed essere autonomi nella propria terra, evitando l’emigrazione clandestina in Europa. Si calcola che un terzo della popolazione abbia lasciato i propri villaggi; il dramma della fame colpisce almeno 15.000 persone nel campo profughi cui operano i Salesiani, e tra di essi circa 5.000 bambini che frequentano la scuola. “Vogliamo garantire loro almeno un pasto al giorno, per molti l’unico. Sovente i più deboli svengono durante le lezioni” spiega il sig. Comino.

La scuola è sempre al centro di tutto, per i Salesiani, perché non è solo un centro educativo è un luogo di protezione, affetto e riparo; perché può ospitare centinaia di bimbi, offrendo loro cibo sano, acqua pulita, piccole cure sanitarie. Il prossimo obiettivo dei Salesiani in Sudan del Sud è ampliare la scuola di Nizito, che attualmente non riesce a soddisfare la richiesta del villaggio. I Figli spirituali di Don Bosco vogliono dare a ciascuno di loro una sedia, un banco, del materiale didattico…

Lavorare sull’educazione vuol dire lavorare per la pace: “solo rendendo i Sud-Sudanesi autosufficienti si potrà porre fine alle lotte tribali” conclude il sig. Comino.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org 

InfoANS

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