di don Antonio Integlia, SDB
La comunità educatrice, infatti, è consapevole che quelle che i bambini e i ragazzi incontreranno saranno soprattutto persone, e che ogni comportamento, scelta, relazione che si manifesterà avrà una importanza determinante per la qualità dell’accoglienza.
Il valore del Faro è infatti principalmente legato al valore dei professionisti e delle attività proposte, dei principi educativi condivisi, del clima vissuto dal gruppo.
Lo staff è composto da 6 operatori di cui 4, individuati tra oltre 100 che hanno proposto la propria candidatura. Una scelta che ha privilegiato persone con una professionalità pluriennale nel settore, con precedenti ruoli di responsabilità e con alta motivazione. Ma questo non è sufficiente, perché il Faro non sarà l’esito dell’impegno dei singoli, ma dell’incontro tra essi.
Un gruppo di operatori che accoglie dei bambini deve infatti sviluppare un approccio il più possibile trasparente, unitario e condiviso, che integri le finalità del progetto e le competenze di ognuno; il servizio deve dare un solo messaggio educativo, ed ogni attività deve essere coerente e complementare, all’interno di una visione comune che i bambini devono poter riconoscere.
Il necessario allineamento di stili e approcci non può infatti essere realizzato mentre sono presenti i bambini, che rischierebbero di percepire visioni differenti, con costi in termini di fiducia.
In questo periodo di preparazione, il gruppo di operatori sta approfondendo e discutendo i problemi fondamentali che riguardano il modo in cui ognuno intende l’educazione e i modelli che saranno seguiti, ognuno proponendo la propria idea e esperienza, in un percorso di sintesi e di scambio.
Ognuno contribuisce a decidere come funzionerà il centro, ognuno sta investendo pensieri e volontà per trovare le più efficaci risposte concrete ai problemi che si potranno incontrare, ognuno sta mediando con le visioni degli altri, ognuno sta apprendendo e insegnando.
Il percorso riguarda due aree.
La prima di carattere più strettamente organizzativo, che è già in fase di chiusura, ha visto il gruppo decidere su ruoli, responsabilità, attività, strumenti, obiettivi, producendo una serie di documenti di cui la “Carta dei Servizi del Faro” costituisce una sintesi.
La seconda di carattere più valoriale e connesso ai fondamenti, sta riguardando i principi che stanno alla base del modello complessivo del Faro, come centro salesiano.
L’idea è che i professionisti scelti entrino a far parte della tradizione salesiana, in un percorso di confronto e crescita.
Il Faro è infatti un servizio educativo che appartiene al sistema salesiano, sia come rete di realtà italiane e mondiali, sia come espressione di questa tradizione.
In tal senso, il Faro non è unicamente un servizio che agisce per i bisogni territoriali, ma un’importante esperienza che intende aggiornare e innovare la metodologia salesiana.
Lo staff ha quindi questo onere e questa opportunità: sviluppare una proposta, che sarà condivisa con la “Federazione SCS – Salesiani per il Sociale” e le altre realtà della rete, una proposta che sia coerente con i principi guida, ma che li renda attuali e che sia creata dal gruppo di operatori.
L’obiettivo minimo è realizzare un confronto approfondito con il modello salesiano rispetto alla pratica educativa e di intervento; in altri termini, ripensare le attività dei professionisti in relazione a questa tradizione, conoscendola, discutendola, esplicitando nessi e questioni aperte.
Il secondo obiettivo è un po’ più ambizioso e meno frequente. Si tratta di rendere pubblico e condivisibile questo rapporto, ovvero pensare a come ogni attività intenda tradurre il riferimento salesiano, quale rapporto vi sia con le scelte del centro, quale declinazione concreta abbiano nel Faro i principi e le parole della tradizione.
Definire una proposta in modo chiaro consentirà anche di verificarla e eventualmente migliorarla nel corso del tempo.
Un ultimo obiettivo riguarda la possibilità di contribuire ad innovare questo approccio, sviluppando una proposta che altri soggetti della rete possano a loro volta utilizzare come punto di partenza.
Il percorso prevede la lettura dei documenti di riferimento, discussioni rispetto alle tesi della tradizione riattualizzate, la produzione di proposte proprie, che traducano nelle scelte del centro le riflessioni svolte e la sistematizzazione di queste proposte in documenti pubblicabili.
Il risultato finale sarà un testo prodotto dello staff del Faro e rappresenterà il modello del centro.
I temi che il gruppo sta affrontando sono riconducibili ad una serie parole chiave e di domande, che sono centrali nella pratica educativa, fin dai tempi di Don Bosco.
Cosa significa prevenire oggi, quali sono i problemi attuali dell’educazione e della crescita dei minori? Quali sono le principali sfide di chi deve educare oggi? Che rapporto c’è tra educazione e spiritualità? Che rapporto c’è tra gli educatori come persone, con un carattere, reazioni emotive, valori, e tra loro come professionisti?
Cosa significa per il Faro attenzione all’individuo? Che valore educativo daremo al gruppo dei bambini?
E al rapporto con il gruppo più allargato dei pari, all’interno dell’oratorio?
Cosa significa “essere in rapporto al territorio”?
Queste domande stanno attivando una riflessione di gruppo che non intende essere solo un apprendimento o un processo di condivisione, ma un percorso di creazione e pensiero, in cui il Faro possa realmente porsi come esperienza di riferimento delle pratiche educative.