Il fatto che sia stato il quarantesimo esprime come ci sia alle spalle di quest’ultimo incontro un cammino pluridecennale. È una storia di vita salesiana che ha permesso a tanti salesiani da tutte le Regioni di portare avanti la loro formazione specifica verso il sacerdozio in questa comunità, parte della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza”, pur se collocata fuori dal campus dell’Università Pontificia Salesiana (UPS).
Il quarantesimo Curatorium è stato al tempo stesso il primo nella sede di Via della Bufalotta, mentre il 39° (del 4 giugno 2022) si era svolto ancora in Via Tiburtina 994, all’Istituto Salesiano “Teresa Gerini”. Nell’arco di tempo tra giugno e settembre è avvenuto il trasferimento della comunità alla nuova sede.
Si è trattato di un esodo piuttosto avventuroso, passando attraverso diverse inattese asperità burocratiche e logistiche, che però hanno avuto come effetto collaterale di far crescere fraternità e senso di appartenenza. È stato davvero grande l’impegno nel lavoro manuale per far fronte al trasloco e alla sistemazione delle due case, quella lasciata e quella trovata, da parte dei 43 confratelli che ora fan parte della comunità e di chi ne era ancora parte fino a settembre, ora destinato ad altro incarico. La comunità è tra le più internazionali della Congregazione: 26 Paesi di provenienza e 22 Ispettorie di appartenenza.
Nella presentazione della nuova realtà al Curatorium si è sottolineato particolarmente il forte senso di coesione e di responsabilità condivisa che le circostanze hanno contribuito a rafforzare. Al Curatorium hanno preso parte anche i giovani salesiani, attraverso l’analisi della situazione elaborata da ciascun corso, illustrata successivamente dai quattro rappresentanti: Victor, Alex, Jeronimo e Deusdedit.
“Casa Zeffirino” è un investimento di Congregazione che unisce insieme la comunità di Studenti di Teologia e la Postulazione. La sistemazione logistica per molti aspetti è ancora in corso, ma ci sono già elementi che fanno presagire il grande potenziale che questa congiuntura provvidenziale tra teologato e postulazione porta con sé. Sant’Artemide Zatti ha dato il calcio d’inizio a questa partita.
La comunità Zeffirino è stata totalmente coinvolta nella preparazione dell’evento e accompagnamento dei pellegrini che sono venuti a Roma per parteciparvi. In particolare, ci si è presi cura il giorno prima della canonizzazione di fare da guida nelle lingue principali al pellegrinaggio a piccoli gruppi sui luoghi di Don Bosco in Roma, dove lui ha passato due anni della sua vita sommando i giorni vissuti qui in occasione dei suoi 20 viaggi tra il 1858 e il 1887: una vera scoperta carismatica che vale la pena di valorizzare molto di più d’ora in poi.
Zatti ha anche provveduto a far attivare in anticipo la terza missione che il Rettor Maggiore e il suo Consiglio hanno affidato a questa comunità, perché oltre a casa di formazione e postulazione sia anche comunità che accoglie, vista la ampia disponibilità di camere che la casa offre. Si è così iniziato a dare ospitalità, anche se molto rimane da fare sia per lavori di sistemazione degli ambienti sia per le questioni burocratiche che richiedono tempi lunghi nella “città eterna”. Si è già potuto avere come ospiti in questi primi mesi tanti Figli di Don Bosco da oltre 30 diverse Ispettorie e da tutte le regioni, tra cui numerosi Ispettori. Tutto questo racconta anche che questa casa è chiamata ad essere in prima linea come laboratorio di interculturalità salesiana e sinodalità ecclesiale.
“Come si suol dire ‘chi ben comincia è a metà dell’opera’: probabilmente è vero sia l’uno che l’altro aspetto. Speriamo che ciò che sta avanti a noi ancora in divenire, sia vissuto con la stessa dedizione ed entusiasmo che hanno caratterizzato le prime fasi di questo nuovo inizio” ha commentato don Silvio Roggia, Direttore della comunità.