I Coadiutori - in alcuni paesi chiamati "fratelli" - ci ricordano che la prima vocazione salesiana è la "vocazione consacrata", che i Salesiani vivono nel mondo secolare, come fanno i coadiutori, o nel ministero sacerdotale, come sacerdoti.
La sfida non è soltanto vivere e aggiornare l’"identità" dei salesiani coadiutori, ma vivere e aggiornare la vera identità dei salesiani sacerdoti.
Molti sacerdoti salesiani, infatti, perdono la loro identità "salesiana" perché assimilano il concetto di prete a quello "diocesano". Qui, invece, è in gioco il compito di vivere la propria identità e c'è da capire come vivere la laicità consacrata oggi, come e dove viverla nel contesto odierno e come, di conseguenza, formare il salesiano coadiutore.
Questo avviene nei centri di formazione dopo il tirocinio come nel "Centro Regionale per Salesiani Coadiutori" (CRESCO) del Guatemala, che dal 2008 offre il suo servizio ai Salesiani delle due regioni d'America, in due luoghi diversi: prima a San Salvador e ora in Guatemala.
La sfida attuale, pertanto, è comprendere correttamente la grande intuizione di Don Bosco; inoltre la salesianità è importante per conoscere ciò che Don Bosco ha voluto, capire la nuova cultura di oggi, sapere dove il fratello coadiutore può vivere la sua secolarità consacrata e come formare i nuovi coadiutori.
Il Rettor Maggiore insiste molto per presentare sempre l'unica vocazione salesiana nelle sue due forme: ministeriale e laicale.