Nicaragua – In una situazione di violenza, la Chiesa cerca il dialogo

22 Giugno 2018

(ANS – Managua) – Sono trascorsi due mesi di intense proteste in Nicaragua. Il tempo passa velocemente e l’incessante repressione della polizia, dei gruppi paramilitari e di coloro che sono vicini al governo di Daniel Ortega continua a far piangere la nazione.

Secondo i dati delle organizzazioni per i diritti umani, i morti negli scontri sono stati oltre 200. Bambini e giovani sono stati vittime di “atrocità” da parte di questi gruppi che fin dall’inizio hanno dimostrato di non avere la volontà di dialogare.

I Salesiani di Don Bosco continuano ad accompagnare la popolazione. L’opera salesiana nella capitale, Managua, porta avanti a poco a poco le sue attività e resta vigilante sulla situazione attorno a sé, da quando la parrocchia dedicata a Don Bosco è stata oggetto di minacce.

A Masaya non si ferma la violenza. Un giovane animatore del locale oratorio salesiano è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. L’opera salesiana a Granada ha sospeso le attività, sia dell’istituto, sia dell’oratorio; infatti, anche se nella città si respira una certa calma, non c’è ancora alcuna sicurezza per dare avvio alle attività.

Venerdì 15 giugno è ripreso il dialogo nazionale, con l’unico progresso rappresentato dalla volontà del governo di invitare organizzazioni internazionali per i diritti umani ad accompagnare il processo di democratizzazione. La Chiesa continua ad avere un ruolo decisivo nel mediare la situazione, proponendo un percorso volto ad accelerare e garantire la pace.

Ieri, giovedì 21 giugno, i vescovi della Conferenza Episcopale del Nicaragua (CEN) e i sacerdoti del clero di Managua hanno esposto Gesù Sacramento presso la Basilica minore di Nostra Signora dell’Assunzione. Una gran folla si è radunata lì per pregare e per attendere il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, e il suo ausiliare, mons. Silvio José Báez.

La situazione attuale è molto delicata e la Chiesa Cattolica con la presenza dei vescovi sta cercando di riprendere il dialogo con il governo, per cercare la pace per un popolo che piange la morte di centinaia di persone e migliaia di feriti.

Anche nel mezzo dell’angoscia e del dolore provocati da questa situazione, il popolo nicaraguense non perde la speranza e, sebbene la prospettiva sia ancora confusa, non si arrende davanti alla possibilità della pace.

InfoANS

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