Nel dare il benvenuto ai partecipanti l’Ispettore del Perù, don Manolo Cayo, li ha ringraziati per il loro servizio di raccolta fondi in favore dei poveri, affermando che “un ufficio che ricerca fondi è come un cuore a due dimensioni (ad intra e ad extra) perché ci aiuta, all’interno, a ricordare la ragione del nostro essere salesiani (le missioni, i poveri, i più bisognosi); e all’esterno, perché in vari ambiti si lavora nel sensibilizzare le persone sull’essenziale della vita cristiana, sulla consapevolezza di dover prendersi cura degli altri, di chi ha di meno…”. Don Cayo ha poi aggiunto che il compito essenziale delle Procure salesiane non è raccogliere fondi per progetti di grandi dimensioni, ma soprattutto creare legami con le persone, in modo che queste persone ci rendano “soci di esperienze di vita e di dignità in favore dei più poveri”.
Quindi ha dichiarato aperto l’incontro ricordando il motto della I Giornata Mondiale dei Poveri: “Non amiamo a parole, ma con i fatti”.
Il programma dell’incontro prevede diversi momenti: presentazioni di esperienze, dialoghi sulle aspettative da parte dei vari paesi rappresentati, lavoro in gruppi, identificazione di obiettivi e bisogni comuni e di temi trasversali, allo scopo di redigere poi un documento finale.
L’Ispettoria del Perù, che accoglie i partecipanti, ha anche previsto di far conoscere loro le opere salesiane di servizio ai poveri attive nella città di Lima. Una di queste si trova nel quartiere di Rímac, la più antica presenza salesiana nel paese, dove i Salesiani offrono ai giovani con limitate risorse percorsi di formazione tecnica, grazie al “CETPRO Santo Domingo Savio”.
“È tempo di ascoltarci e vedere come gettare ponti per sostenerci a vicenda e per cercare di rompere la cultura dell’indifferenza che inonda il mondo” ha commentato Marco Calderón, della Procura Missionaria salesiana del Perù.