Sudan del Sud – La carestia dichiarata porta centinaia di famiglie a cercare aiuto dai Salesiani

06 Marzo 2017

(ANS – Gumbo) – “Le immagini dell’Etiopia nel 1984, con i bambini emaciati allo stremo e oltre un milione di morti per mancanza di cibo, sono rimaste impresse nella mente di molti occidentali come ricordo di una parola terribile: carestia” ha scritto Carlos Laorden. “Ci sono casi di morti per fame. Non sappiamo quanti, perché non abbiamo accesso”, riferisce Luca Russo, Consigliere Speciale della FAO. In questa situazione catastrofica i Salesiani continuano ad essere tra la gente.

Le limitate risorse dei Salesiani non sono sufficienti, ma stanno aiutando ad alleviare la carestia dichiarata in alcune parti del Sud Sudan. Centinaia di famiglie affollano la opere salesiane alla ricerca di un riparo e di cibo, data l’impossibilità di sentirsi al sicuro in mezzo alla violenza e di acquistare alimenti, a causa dell’elevata inflazione e della siccità.

L’attenzione agli sfollati che fuggono dalla violenza e vanno presso le opere dei Salesiani in cerca di sicurezza e cibo i propri bambini è la priorità assoluta dei Figli di Don Bosco in questi ultimi anni; ma la situazione è peggiorata nelle ultime settimane, a causa della carestia dichiarata.

“Le nostre comunità salesiane lavorano con impegno per servire tutti – riporta don George Shyjan, SDB –. Purtroppo la presenza salesiana a Morobo è stato temporaneamente chiusa a causa della violenza, dei saccheggi e della distruzione della nostra missione”.

“A Gumbo abbiamo due campi per sfollati interni, con capacità per 1.000 famiglie (circa 10.000 persone), ma aiutiamo anche centinaia di famiglie che stanno morendo di fame a causa della crisi. I nostri centri di Mori, Mafao, Mogri, Belyngang e Niseethy pure hanno bisogno di aiuto costante perché i prezzi alimentari sono aumentati del 1.000% ed è impossibile per le persone comprare anche lo stretto indispensabile” spiega il missionario salesiano.

Anche a Wau i Salesiani servono migliaia di sfollati interni in fuga dalla violenza. “Nel recinto della nostra della chiesa accogliamo oltre 2.500 persone e la nostra parrocchia raggiunge anche migliaia di sfollati dislocati in varie postazioni all’interno della città", afferma don Shyjan.

InfoANS

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