Portogallo – I salesiani in ascolto degli specialisti al Forum sulla Formazione Professionale

31 Ottobre 2024

(ANS – Lisbona) – Nei giorni 23 e 24 ottobre i salesiani dell’Ispettoria “Sant’Antonio” del Portogallo hanno organizzato un incontro per dirigenti scolastici, insegnanti e psicologi, con l’intervento di alcuni dei maggiori esperti del sistema educativo portoghese e di diversi relatori legati al mondo dell’istruzione e alla Formazione Professionale (FP).

Nella sessione di apertura, davanti a 44 presidi, docenti e psicologi delle case salesiane di Estoril, Évora, Funchal, Lisbona, Manique, Porto e Setúbal, l’Ispettore salesiano, don Tarcízio Morais, ha fornito una panoramica storica della vocazione salesiana alla formazione professionale, “un settore che in passato rappresentava circa il 60% o il 70% dell’offerta educativa dei Salesiani”. Quindi, ha spiegato lo scopo dell’incontro: “In Portogallo si sta facendo un lavoro in questo settore che non conosciamo. Ecco perché stiamo organizzando questo Forum”.

All’inizio dell’incontro sono stati presentati i risultati di un sondaggio condotto tra gli studenti dall’ottava alla dodicesima classe dei Centri di Formazione Professionali (CFP) salesiani, con circa 3.000 studenti intervistati, distribuiti tra i vari gradi e le varie scuole del Portogallo.

Successivamente, l’ex Ministro dell’educazione, João Costa, ha affermato che è necessario eliminare il linguaggio connotativo associato alla distinzione tra tipi di istruzione, e dare maggiore visibilità ai corsi professionali e creare nuovi corsi. Per quanto riguarda la realtà nazionale, ha affermato: “Siamo ostaggio di una massima dell’epoca dell’Estado Novo: ‘se non sei abbastanza bravo per studiare, vai a lavorare’”. E si è rammaricato del fatto che il sistema di accesso all’educazione superiore continui ad essere orientato maggiormente verso i corsi scientifico-umanistici. Concentrandosi sull’autonomia pedagogica e sulla flessibilità curricolare, ha affermato che l’istruzione professionale presenta numerosi vantaggi rispetto ad altri modelli educativi.

Joaquim Azevedo, professore dell’Università Cattolica Portoghese e membro del Consiglio Nazionale dell’Educazione, ha presentato l’evoluzione dell’FP in Portogallo e in Europa e le prospettive per il futuro. E anch’egli ha biasimato il “pregiudizio persistente nei confronti dell’FP, che ha a che fare con fattori sociali e socio-economici”.

Attualmente in Portogallo la rete di scuole professionali conta circa 180 scuole e assorbe quasi la metà degli studenti. Alcune delle caratteristiche di questo tipo di istruzione, ha detto, consentono regimi più flessibili: percorsi modulari, insegnamento personalizzato e un rapporto pedagogico più stretto. Tuttavia, deve esserci una base sicura, chiara e strutturata.

Da parte sua, João Santos, già vicedirettore della Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione della Commissione Europea, ha presentato la realtà europea. Indicando come l’obiettivo delle politiche educative europee sia promuovere un’istruzione di alta qualità che sia accessibile, inclusiva e adattabile alle nuove esigenze del mercato del lavoro. E ha sostenuto che è importante che i Paesi approfittino dell’impatto permanente che i Fondi europei possono avere. “Il 75% degli studenti svizzeri segue una formazione professionale”, ha affermato a titolo di esempio.

L’esperto e consulente di politiche dell’istruzione e della formazione ha dichiarato di conoscere il lavoro di Don Bosco International, con cui ha collaborato in diverse occasioni a Bruxelles. “Penso che ci sia una perfetta corrispondenza tra i valori salesiani e i Pilastri dell’educazione dell’UNESCO”, ha detto. Egli ritiene che i valori della spiritualità salesiana e del sistema preventivo siano “cruciali” nella formazione. “Questi principi, eredità di Don Bosco, non devono mai essere cambiati”, ha sottolineato.

Alla fine del suo discorso, ha affermato: “Non stiamo formando le persone per essere solo un altro ingranaggio in una macchina. Stiamo formando le persone per essere individui completi”.

Nella seconda giornata, João Miguel Gonçalves, Direttore generale degli Istituti scolastici, è stato invitato a distinguere e definire i modelli di Formazione Professionale o Professionalizzante. Ha elogiato il modello curriculare dell’istruzione professionale nazionale, “un modello unico, costruito da zero in Portogallo”, sottolineando anche gli aspetti più problematici, come il finanziamento delle scuole pubbliche e la mancanza di permeabilità tra istruzione generale e professionale.

“In Portogallo, l’obiettivo del 50% è stato perseguito per anni”, ha affermato ancora. Ma perché venga raggiunto, ha osservato che bisogna applicare bene il modello, la scelta dei corsi, la realtà locale e la rete circostante.

Dopo la presentazione di tre buone pratiche – dai centri di Lisbona ed Estoril, oltre che sul caso del Don Bosco Tech Europe – sono seguiti momenti di confronto e dibattito.

Infine, è stata presentata una proposta allo studio dei salesiani. “Un piano ambizioso, di 18 mesi, basato sull’innovazione, la pertinenza, l’autonomia e la flessibilità’, che mira a creare un’offerta diversificata e in dialogo con l’Università di Porto, vari partner commerciali e il sostegno del Comune di Porto” l’ha introdotto Marco Silva, Direttore Pedagogico dei Salesiani di Porto.

Concludendo i lavori, don Morais ha lanciato una sfida ai presidi e agli insegnanti presenti: “Questi due giorni hanno portato motivazione. Ora si tratta di pensare, discutere, pianificare e realizzare (…) Perché non possiamo essere indifferenti alle esigenze dei giovani. È questo che dobbiamo fare: offrire un futuro”.

Fonte: Salesiani del Portogallo

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