Sudan – L’oasi salesiana a Khartum è da quasi 100 giorni senza elettricità, né acqua, in mezzo alla guerra

17 Luglio 2023

(ANS – Khartum) – La guerra iniziata il 15 aprile scorso a Khartum, capitale del Sudan, tra le Forze Armate Sudanesi (SAF, in inglese) e le Forze di Supporto Rapido (RSF), sta per raggiungere il suo 100° giorno. Le strade sono deserte e inaccessibili alla popolazione a causa dei combattimenti in corso. Non ci sono trasporti pubblici, l'elettricità è quasi assente e l’acqua sta diventando un bene scarso e prezioso. Un missionario salesiano vive con le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) a Shajara, a 7 km da Khartum. Lì, nonostante abbiano dovuto chiudere la scuola elementare, la Famiglia Salesiana serve la popolazione più povera e in stato di necessità attraverso lezioni informali, dando cibo e riparo a diverse centinaia di persone e occupandosi anche dei feriti.

La guerra è iniziata il 15 aprile, ma si è estesa a molte altre città del Sudan. Tuttavia, si sa poco del conflitto “a causa della limitata circolazione delle persone”, spiega un missionario salesiano. “Nella maggior parte delle aree la corrente è stata interrotta per diverse settimane e le temperature sono sempre superiori ai 40 gradi. Inoltre, l'acqua corrente è diventata un lusso nella maggior parte delle zone di Khartum, e anche l'approvvigionamento si è ridotto drasticamente: alcuni negozi sono stati saccheggiati e molti altri hanno esaurito le scorte”, spiega il salesiano.

I salesiani in Sudan hanno due presenze nella città di Khartum – la scuola professionale e la parrocchia di San Giuseppe – e un’altra nella città di El Obeid, a 500 chilometri da Khartum. “Tutte e tre le presenze sono state chiuse a causa dell’insicurezza e dei pericoli che incombono”, ricorda. I salesiani di queste comunità hanno lasciato il Paese, ad eccezione del Direttore della scuola professionale, che si è trasferito nella residenza delle FMA a Shajara, dove collabora alle iniziative che vengono portate avanti in favore dei bisognosi.

Le FMA che vivono a Shajara hanno aperto la loro presenza nel 1989. Sono cinque suore che gestiscono una scuola elementare per bambini poveri e hanno anche un centro per la promozione della donna. Attualmente sono le uniche rappresentanti della Chiesa Cattolica nelle vicinanze della capitale sudanese. La residenza delle suore salesiane è circondata da famiglie povere che vivono in baracche di lamiera. A causa dell’insicurezza causata dalla guerra, le FMA hanno chiuso la scuola primaria e il centro femminile, ma hanno orientato il loro servizio al sostegno di centinaia di poveri.

Le suore hanno aperto le loro aule e la loro residenza per i poveri e hanno trasformato lo spazio in una casa di preghiera. L’opera è diventata un cortile per i bambini poveri in cui poter giocare di giorno e un rifugio sicuro dove poter dormire la notte. Ogni giorno circa 80 bambini poveri di diverse età, insieme alle loro madri, vivono nel complesso delle suore, un numero che sale a più di 150 persone la notte. Le religiose danno durante il giorno da mangiare a tutti coloro che sono da loro ospitati, e offrono la colazione quotidianamente a circa 300 bambini poveri e alle persone che vivono intorno alla loro residenza.

Le suore riuniscono i bambini in un’aula durante il giorno e insegnano loro l’inglese e la matematica, danno lezioni di teatro, il canto, animano i minori con i giochi da tavolo, offrono incontri di religione... E poiché i proiettili vaganti feriscono ogni giorno molte persone che vivono nei dintorni di Shajara, e la maggior parte degli ospedali di Khartum non ha medicine, né medici a cui rivolgersi, le FMA hanno anche iniziato un apostolato con i malati e i feriti. “Ogni giorno, tra i 15 e i 20 pazienti feriti vengono alla residenza delle suore in cerca di aiuto medico”, riferiscono dalla casa.

Per i poveri di Shajara, la casa e il complesso delle FMA sono diventati un’oasi dove trovare nutrimento spirituale e materiale e dove sperare in una qualche assistenza medica. Con fede e speranza i religiosi e tutto il personale che li animano chiedono di pregare perché la pace arrivi in Sudan, “mentre nel frattempo cerchiamo di mantenere la vita più o meno normale”, spiegano.

Fonte: Misiones Salesianas

InfoANS

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