Altre sette suore della medesima congregazione stanno studiando per diventare insegnanti di scuola secondaria. Lo stesso giorno, infatti, anche suor Manuela Cucul ha ricevuto il suo diploma corrispettivo.
Tutto questo è stato possibile grazie alla realizzazione di quella che inizialmente poteva sembrare un’idea folle e visionaria: fondare una sede distaccata dell’Università Mesoamericana del Guatemala (UMES), diretta dai salesiani, rivolta fondamentalmente alla popolazione indigena. Tale intuizione, propria del missionario salesiano don Jorge Puthenpura, il fondatore delle Suore della Risurrezione, ha invece già sette anni ormai, e ora si è radicata tanto da diventare un corpo robusto.
Infatti, il campus dell’UMES a San Padro Carchá, nel Dipartimento dell’Alta Verapez, è oggi una delle sedi distaccate dell’UMES fuori della Capitale del Paese (le altre sono a Quetzaltenango e a Morales) e può offrire ora ai suoi allievi sei corsi di laurea: Amministrazione d’Impresa, Amministrazione Educativa, Lavoro Sociale, Insegnamento nella Scuola Media, Insegnamento nella Scuola Primaria, e il fiore all'occhiello, Agronomia, il corso che attira il maggior numero di studenti: con una popolazione prevalentemente rurale, esso riveste un significato di urgente utilità.
Il suo sviluppo è tale che il numero di studenti cresce di anno in anno. E soprattutto, la maggior parte di loro proviene dalla realtà indigena dei Qeqchí. Una simile e costante crescita ha portato già ad una espansione delle strutture del campus, con la costruzione di un nuovo e moderno blocco di aule a tre piani, già in funzione.
I Salesiani sono presenti nel comune di Carchá dal 1935. A duecento chilometri a nord della capitale del Guatemala, la missione salesiana si è evoluta vigorosamente. Oggi vi lavorano otto missionari salesiani, che prestano assistenza pastorale a 430 comunità rurali.
I maggiori successi in questo tempo sono stati l’adozione della lingua locale, il q'eqchí, come veicolo ordinario per il lavoro pastorale; la promozione del protagonismo dei laici con una gran diversità di ruoli e funzioni; e la piena identificazione dei religiosi con la vita ordinaria della popolazione indigena.
Un altro importante progetto educativo per i ragazzi indigeni è costituito dai tre “Centri Don Bosco”, che insieme educano più di 2.000 giovani nella modalità dell’educazione formale con convitto. Questo ramo missionario è diretto dal salesiano australiano don Antonio De Groot.
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