La prova sono i vari ragazzi ucraini che collaborano con i salesiani di Bibrka –nell’Ucraina occidentale, a pochi chilometri di Leopoli – nell’approvvigionamento di legna per il riscaldamento. “Nell’ultimo mese, da quando stiamo ospitando gli sfollati da Kharkiv, Kiev e da altre città, ne abbiamo consumata molta e ora ci serve per riscaldare la casa” racconta don Józef Nutskovskyy, salesiano polacco dell’Ispettoria di Cracovia (PLS), parroco della locale chiesa salesiana.
“È così che lavorano gli Ucraini, per sé stessi e per gli altri: sono i rifugiati che stanno caricando la legna” aggiunge con ammirazione don Roman Tsyganiuk, anche lui salesiano di PLS, ma nato in Ucraina. I tronchi caricati vengono poi portati alla casa salesiana, dove sempre in clima di collaborazione verranno tagliati in ciocchi più piccoli e in parte utilizzati subito e in parte tenuti per il prossimo inverno. Sperando che per allora la guerra sia solo uno sbiadito ricordo.
È quello che si augura anche Wlodzimierz, un ragazzo ucraino di Zhytomyr, attualmente accolto nelle opere salesiane dell’Ispettoria di Varsavia (PLE). Fino a poco tempo fa andava a scuola, incontrava gli amici, viaggiava, come fanno tutti i giovani. Ora, ha raccontato a don Wojciech Akacjusz, ha dovuto forzatamente “viaggiare” per la prima volta verso la Polonia, insieme alla nonna a e ad un fratello minore.
Non si trova male dai salesiani. “Vado a scuola e ho già preso diversi buoni voti, e di questo ne sono felice. Le giornate le passiamo a giocare, a parlare, a guardare film e a leggere libri”. Ma nel cuore ci sono desideri più profondi, di pace, e di ricongiungimento con i propri cari rimasti in Ucraina. “Desidero la pace per il mio Paese, così potremmo tornare a casa sani e salvi. Spero che sia presto e che io possa incontrare i miei parenti!”. La mamma di Wlodzimierz è ancora lì, trasferitasi solo di pochi chilometri fuori da Zhytomyr, e lui la sente tutti i giorni.
“Tutti i nostri ‘ospiti’ desiderano tornare a casa, vogliono stare con i loro cari, sognano la vita che avevano prima della guerra. La guerra è la cosa più stupida che gli uomini possano fare, specialmente ai nostri tempi!” conclude don Akacjusz.
In attesa che la guerra finisca, i salesiani di tutto il mondo continuano ad impegnarsi per i bisogni della popolazione vittima della guerra. Da parte sua, l’Ispettoria dell’Ungheria (UNG), rende noto di aver inviato un nuovo aiuto economico all’Ispettoria PLS per aiutarla a far fronte all’accoglienza dei rifugiati, operazione in cui è anch’essa impegnata dando ospitalità ad alcune decine rifugiati nelle sue strutture, a Budapest e non solo. Inoltre, i volontari del Movimento Giovanile Salesiano ungherese continuano a prestare servizio volontario al confine con l’Ucraina, da cui si calcola siano pervenuti finora nel Paese circa 600mila rifugiati ucraini.